Innanzitutto, bando allo strappalacrimismo un tanto al mucchio. Assurdo costringere chi per disgrazia dovesse leggere a digitare con una mano e stringere il fazzoletto coll’altra. Ma è inevitabile, giunti abbondantemente alla mezza età, fare perlomeno un bello shampoo alla propria coscienza
Specie trattandosi della città dove si è trascorso (quasi)un terzo della propria vita. Dalla culla alle scuole superiori.
Senza fare bilanci. Tanto per fare quattro chiacchiere, soprattutto con se stessi.
“Tornassi indietro non lo rifarei”. Balle. Fosse possibile riavvolgere il nastro della propria esistenza le scelte sarebbero comunque quelle. Aggiungendo magari qualcos’altro di peggio. Il pentimento da queste parti non è di casa. Significherebbe rinnegare ciò che si è detto e fatto. Riconoscere semmai d’avere sbagliato. Ecco, così può andare.
A parte scelte più o meno opinabili, è certo che in un dato periodo il luogo dove si è cresciuti è stato vissuto male. Ottima idea è quella d’evitare di soffermarsi sui motivi per cui si è deciso di prendere decisioni e strade diverse.
Pavia è “quasi” una città. Peccato che nei fine settimana e nel periodo estivo ci sia neanche un cane. Genova invece la è davvero. Ce ne si può innamorare. “Eh, tanto lui è al mare” qualcuno azzardava. Un corno. Se lavori in centro manco quasi ti rendi conto che ci sia. Al massimo riesci a rimirare le acque limacciose del porto vecchio.
Per certo si sa che sotto la Mole tante cose sono cambiate, a parte lo smog.
Sicuramente c’è un abisso rispetto a quando, ragazzino negli anni ‘70, dopo una certa ora vigeva il coprifuoco. E d’estate ti ritrovavi pure da solo come nel deserto. Visto che tutto era chiuso e sprangato per ferie.
Le ultime capatine nella città Sabauda hanno avuto luogo per il classico giro dei cimiteri. Mordi e fuggi, insomma. Che la scuola dove ti sei diplomato non esista più l’hai appreso tristemente in rete. Anzi c’è tutt’altro. Sparito il cartello col nome dell’istituto è ricomparsa una scritta vetusta: “Regia Opera della Mendicità Istruita. Scuole Elementari Maschili e Serali Tecniche”. Zona Santa Pelagia, per i più curiosi. Per sentito dire ora l’atmosfera è certo meno cupa e ancor meno fanè. Bensì frizzante. Con tanti saluti a chi vorrebbe scippare il salone del libro. Per portarlo dove, a Rho?
Beh insomma, finiamola qui. Quel che è stato è stato. Anche se magari si è “sbagliato caruggio”, come si dice a Genova.
E a Torino come si pronuncia?
Photo credits by Augusto Grandi