L’Italia ha dichiarato guerra alla Russia. Ce lo ha spiegato Huffingtonpost, aggiungendo che non è gratis. Oddio, che non fosse gratis gli italiani lo avevano già capito. Quello che era mancato era l’annuncio. Comprensibile: se Draghi si fosse affacciato al balcone di Palazzo Venezia per annunciare che la dichiarazione di guerra era già stata consegnata agli ambasciatori di Russia e Bielorussia (massì, meglio portarsi avanti con le dichiarazioni!) sarebbe stato accolto da insulti e proteste ed avrebbe dovuto impiegare le truppe contro gli italiani.
Così, evidentemente, Sua Divinità e Mattarella hanno preferito comunicare l’entrata in guerra ai media di regime. Affinché fossero loro a preparare gli italiani al disastro che si sta preparando. Drôle de guerre, comunque. Noi regaliamo le armi agli ucraini, espelliamo decine di diplomatici russi, rubiamo qualche mega yacht e qualche grande villa, pretendiamo di pagare il gas russo a babbo morto però ci indigniamo se Mosca minaccia di non fornirci più il gas. Pensiamo di bloccare le importazioni di grano e fertilizzante russo e protestiamo se la Russia non ci manda il grano ed il fertilizzante. Un atteggiamento perlomeno curioso.
Però siamo in buona compagnia. Tutti i maggiordomi europei di Biden si comportano nel medesimo modo. Così quando l’Unione europea ha incontrato i rappresentanti cinesi, è partito l’ordine a Xi Jinping di abbandonare l’alleanza con Putin. Con l’ormai immancabile minaccia di sanzioni anche contro Pechino se la Cina non ubbidirà ai diktat di Washington riferiti dai maggiordomi europei.
Un atteggiamento così assurdo da aver lasciato perplesso il povero Xi. Perché i maggiordomi erano gli stessi che avevano già bloccato due anni orsono gli accordi stipulati proprio con la Cina. E le sanzioni statunitensi avevano già colpito Pechino ben prima della guerra in Ucraina. Sanzioni per gli uiguri, per i diritti civili, per Hong Kong. C’è solo l’imbarazzo della scelta. L’Occidente in declino impone sanzioni a raffica contro chiunque abbia visioni differenti. Contro chiunque abbia valori differenti, stili di vita differenti. Il multiculturalismo va bene solo a patto che la cultura sia quella nordamericana o allineata a quella americana.
Dunque la Cina dovrebbe rinunciare all’alleanza con la Russia pur con la consapevolezza che la prossima vittima delle sanzioni sarà comunque la Cina per evitare che il Pil di Pechino superi quello di Washington. E l’improvvisa visita in India del ministro degli esteri cinese va nella direzione di una nuova alleanza asiatica da contrapporre alle minacce degli Usa e dei maggiordomi europei. La Russia sta vendendo, a prezzi scontati, gas, petrolio e carbone. E vende a Cina, India e Pakistan, favorendo la pacificazione tra rivali storici come India e Cina e come India e Pakistan. Tutti perfettamente consapevoli che dell’Occidente non ci si può fidare e, dunque, alla ricerca di alternative. Non solo come sbocchi di mercato ma anche a livello finanziario. Lo scambio rublo/rupia va in questa direzione e l’offerta di Mosca all’India di entrare nelle società russe non solo in ambito energetico è un’ulteriore conferma.