Dopo la conclusione del vertice dei Brics, i giornali atlantisti hanno potuto enfatizzare, con immensa soddisfazione pari al servilismo, il rinvio di ogni iniziativa a proposito della creazione di una moneta comune alternativa al dollaro. Il che non significa, però, la rinuncia alla dedollarizzazione. Perché, anche in mancanza di una valuta comune, la comunità allargata dei Brics – pari a poco meno del 50% della popolazione mondiale, con un PIL che sfiora il 40% e che è destinato ad aumentare rapidamente – utilizzerà negli scambi le monete locali.
Ma ciò che è più interessante da rilevare è l’improvviso dinamismo che ha contagiato non solo i 5 Paesi che fanno parte del gruppo ed i 6 che entreranno all’inizio del 2024, ma anche tutti coloro che si sono candidati per aderire ed anche i Paesi che solo ora hanno iniziato a pensarci.
Basti pensare ai nuovi progetti di Brasile ed Angola, favoriti dalla comunanza linguistica. Si superano gli ostacoli dovuti alla distanza e si inizia a collaborare. Si intensificano i rapporti tra Cina e Sudafrica, tra India ed Emirati. Mentre l’Arabia, che aspetta da tempo il via libera statunitense per una collaborazione in ambito nucleare, ha ora fatto trapelare l’offerta cinese per la realizzazione di una centrale proprio in Arabia. Ed ora Washington si trova in grande imbarazzo perché Israele ha posto il veto sulla centrale per Riad – che verrebbe realizzata dai sudcoreani – ma ha il timore che gli arabi possano accordarsi con Pechino.
Chi, invece, non sta a guardare è la Francia. Che ora sta fomentando uno scontro tra Ciad e Cirenaica. Per ribadire il ruolo di Parigi in Africa, per indebolire la Russia a Bengasi e per distrarre l’attenzione dalla guerra che gli atlantisti vogliono scatenare contro il Niger.
In tutto questo movimento affannoso c’è però una certezza: l’immobilismo italiano. Che è anche una conferma dell’irrilevanza. L’Italia conta esclusivamente come approdo dei migranti in arrivo da ogni parte del mondo con la benedizione del Quirinale. Così muto, il Quirinale, quando una grande risorsa uccide una donna italiana mentre un magistrato si esalta per il fisico dell’assassino. Ma così loquace, il Quirinale, quando il morto è un migrante.
Tanto il governo ha ben altri problemi in politica estera: occorre trovare un cugino di lady Garbatella per affiancare l’inutile Tajani.