Il 21 marzo è il giorno dedicato a chi ha la trisomia 21, la più comune anomalia umana per quanto concerne i cromosomi. Nonostante sia stata dedicata questa giornata mondiale a coloro che sono affetti da sindrome di down, a che punto si trova l’Europa rispetto al tema dell’inclusione?
Che cos’è la sindrome di Down e la sua origine
La Sindrome di Down è una condizione cromosomica causata dalla presenza di una terza copia del cromosoma 21. La Down Syndrome (DS) prevede un QI medio di cinquanta, la metà rispetto allo standard umano. Anche a livello estetico è riconoscibile, per via di alcuni tratti facciali peculiari. Vi è un ritardo cognitivo comune nei soggetti affetti, anche se le problematiche sono diverse da persona a persona. Può essere scoperta anche prima della nascita del neonato.
Prende il nome, oltre dalla trisomia 21, dal cognome del medico inglese John Langdon Down, che si è occupato a lungo di questo tema, anche se in precedenza dei suoi colleghi avevano già realizzato vari studi clinici al riguardo. Il nativo di Torpoint è considerato uno dei pionieri della cura dei disturbi mentali.

Oggi è la giornata mondiale sulla sindrome di down
Proprio oggi è la giornata mondiale sulla sindrome di Down, non a caso festeggiata nel ventunesimo giorno del terzo mese. Si tratta di una giornata dedicata principalmente a tematiche legate alla possibilità di instaurare relazioni sentimentali e sessuali, anche per coloro che sono affetti da Sindrome di Down.
In Europa chi ha la sindrome di down non è ben accetto
Questa iniziativa con valore nobile va in controtendenza con l’attuale andazzo di vari Stati Europei. Sono statistiche poco conosciute e sorprendenti. L’Europa e tutt’altro che tollerante.
- In Islanda da più di un lustro non nascono bimbi con un cromosoma in più;
- In Danimarca, nel 2015, sono nati solo trentuno i bambini con questa disabilità e il paese si avvia in dieci anni a farli scomparire;
- Anche la Svezia punta a eliminarli in breve tempo;
- In Norvegia, nove gravidanze su dieci al riguardo vengono abbandonate;
- In Olanda siamo al 92% del totale di gravidanze abortite in caso di futura prole affetta da Sindrome di Down;
- In Francia siamo al 96% per cento di aborto in caso di futura nascita di infanti Down;
- In Spagna, il numero dei bambini Down è diminuito nell’ultimo quarto di secolo di più del cinquanta per cento;
- In Germania, nove gravidanze su dieci vengono terminate in presenza di questa anomalia cromosomica.

Riflessioni al riguardo
In questo periodo storico, nella cultura occidentale, il moralismo, non per forza nella sua accezione negativa, ha sempre più un ruolo di prim’ordine: libertà di opinione, parità di diritti, tolleranza, salvaguardia dell’ambiente, occhio al futuro e così via. Eppure, questa triste e francamente macabra ritorsione verso coloro che sono affetti da Sindrome di Down va in controtendenza rispetto a tutti gli ideali di tendenza. Sono dinamiche poco comprensibili.
Sottolineando che i dati non trattano di Nazioni in cui sono presenti violazioni dei diritti umani o lontane da noi e dalla nostra società. Anzi è esattamente il contrario.
Perchè vi è differenza di popolarità tra atleti con la Trisonomia 21 e disabili?
Appare inoltre inspiegabile il motivo per cui ci sia così empatia e clamore mediatico negli sport praticati da persone disabili rispetto a quelli praticati da persone affette da Sindrome di Down. Ad esempio il caso delle Paralimpiadi, con Alex Zanardi e Bebe Vio che vengono ritenuti idoli nazionali, mentre lo stesso non accade con la stessa frequenza per chi è affetto da Sindrome di Down.
A proposito, i nostri compaesani con la trisomia 21 sono i protagonisti del Trisome Games, le Olimpiadi in cui partecipano atleti Down, tra l’indifferenza corale. Anche nelle testate sportive più celebri vi sono pochi articoli al riguardo.
Tuttavia, questa differenza potrebbe essere anche spiegata in parte considerando che le competizioni dedicate alle persone affette da Sindrome di Down esistono relativamente da poco. Si auspica che con il tempo se ne possa parlare sempre di più.
