Aver “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Sono queste le caratteristiche alla base della nomina dei senatori a vita. Designati dal presidente della repubblica, e non eletti dal popolo, senza alcuna connotazione politica. Dunque appare di dubbio gusto la scelta di qualcuno di loro di salvare un governo altrimenti in minoranza per ragioni squisitamente politiche, che nulla hanno a che fare con il “campo sociale, scientifico, artistico e letterario”.
Il lìder minimo, però, si aggrappa a tutto ed a tutti pur di non mollare la poltrona. E, come lui, tutti quei parlamentari che temono di non essere rieletti in caso di voto anticipato. La scena che ne deriva è penosa, ma perfettamente in linea con l’immagine che il governo degli Incapaci sta offrendo al mondo intero. E se questa è la classe politica, votata dagli italiani – che non avranno voluto questo governo imbarazzante, ma hanno eletto proprio questi personaggi e hanno dato loro la maggioranza dei consensi – perché mai i senatori a vita dovrebbero essere migliori di chi li ha nominati?

Così, grazie a voti che non dovrebbero essere politici, si cercherà di far sopravvivere lo squallido spettacolo. Un suk vergognoso, dove tutto si compra, dove tutti si vendono. Certo non una novità, ma almeno in passato si fingeva un po’ di doverosa indignazione nei confronti dei voltagabbana. In particolar modo se cambiavano casacca per aiutare Berlusconi. Ora che aiutano Conte sono diventati “responsabili”, “costruttori”, “liberi muratori”. E il lìder minimo, senza alcuna vergogna, ha già assicurato che è pronto ad inserirli nella squadra di governo in cambio del tradimento.
Com’era la barzelletta sulla meritocrazia in Italia? Non se la ricorda più nessuno. E se qualcuno la riporta sui social, viene immediatamente cancellato da Zuckerberg per l’intollerabile provocazione.
Il problema non è l’inserimento di altri Incapaci nell’esecutivo. Uno più, uno meno.. Il problema è il segnale che si offre al Paese. Magnificando il tradimento per lucro, giustificando il trasformismo da poltrona, mettendo sotto accusa ogni forma di dignità, di coerenza, di lealtà. Il futuro del Paese non si difende impedendo il voto dei cittadini – una coda ai seggi non è diversa da una coda alle poste – ed imponendo un disastroso piano di sperpero dei miliardi europei. Non si difende dimostrando che la meritocrazia è una sciocchezza da cancellare, che contano solo i favoritismi, che essere super partes significa allinearsi ad una parte.

I senatori a vita che voteranno per questo schifo saranno complici senza attenuanti.