Quella di oggi potrebbe essere la giornata della prima sconfitta della Lega di Matteo Salvini.
Se l’armata Brancaleone delle opposizioni riuscirà a non litigare nelle ultime ore, manderà a casa il presidente della Regione Valle d’Aosta, Nicoletta Spelgatti. Impedendo, in questo modo, l’en plain della Lega nelle Regioni del Nord.
È vero che l’intera Vallée, in termini numerici, è più piccola di un quartiere di Torino o di Milano, ma è pur sempre una Regione autonoma che avrebbe potuto rappresentare molto in termini di iniziative culturali, di rapporti transfrontalieri, di collaborazione con le altre Regioni alpine.
Invece si è scelto di percorrere altre strade, a partire dalla programmazione di una Saison culturelle di banalità assoluta, ed oggi l’esperienza si potrebbe concludere.
Indubbiamente si eviteranno montagne di guai e di problemi, con una Valle dissanguata sotto l’aspetto delle finanze pubbliche, priva di grandi slanci, di innovazione, di classe imprenditoriale. Con il bubbone del Casino che non si vuol far scoppiare in una clima di consociativismo assoluto.
E se la società civile valdostana non brilla, la politica si è trasformata in un serpentario che, forse, è riuscito a trovare un accordo per eliminare la Lega di governo ma che non sembra nelle condizioni ideali per governare bene, per rilanciare un territorio in crisi da tempo.
Tra l’altro il nuovo governo regionale, se riuscirà a vedere la luce, dovrà confrontarsi con un governo nazionale che non prenderà benissimo il colpo di mano. E questo in una fase di difficoltà economica, di grande incertezza per la Casa da gioco, di carenza di iniziative e progetti di qualità.
Negli ultimi mesi è stata la Chambre (l’equivalente delle Camere di commercio) a farsi carico di numeosi progetti, dalla formazione all’albero di Natale di Aosta, alla partecipazione a fiere.
Però serve molto di più. Anche in vista di elezioni europee che rischiano di confermare l’ennesima esclusione di rappresentanti valdostani dal parlamento continentale.
Senza dimenticare i progetti interregionali che potrebbero essere penalizzati dal dissenso valdostano rispetto alle popolazioni delle altre regioni alpine.
Quanto a Salvini, si tratterebbe di un colpo inferto all’immagine di vincente. Non proprio il miglior viatico in attesa delle regionali piemontesi dove Forza botulino si sta impegnando per la sconfitta del centro destra.