Oggi Sua Divinità camminerà sulle acque per recarsi all’incontro con le parti sociali. Ed a loro spiegherà quanta acqua trasformerà in vino ed a chi distribuirà i pani ed i pesci dopo averli moltiplicati. Tanti pani e tanti pesci, perché i corpi intermedi si presenteranno come famelici accattoni in cerca di denaro, cibo, anche avanzi dei banchetti dei banchieri. Forse l’acqua trasformata in vino potrà distrarli almeno un po’.

Indubbiamente gli incontri di oggi saranno più complicati, per Sua Divinità, rispetto a quelli con le delegazioni dei partiti. Perché i politici erano interessati esclusivamente a mantenere la poltrona, si accontentavano anche di uno strapuntino da condividere con gli ex nemici.
Le parti sociali, invece, vogliono denaro. Per la cassa integrazione, per il reddito di cittadinanza, per prolungare il blocco dei licenziamenti, per i ristori alle attività penalizzate dai decreti del lìder minimo. Accontentare tutti significherebbe rinunciare a tutte le risorse destinate agli investimenti, al rilancio, alle riforme indispensabili (che non sono quelle che piacciono ai media di servizio).
Però puntare tutto sul futuro non risolve il problema della sopravvivenza immediata di intere categorie. Sono gli effetti catastrofici dei decretini, delle regole assurde imposte da sedicenti esperti trasformati da cultori delle farfalle in economisti con pieni poteri. Il potere di distruggere un Paese senza aver bloccato il virus.

Ora diventa sempre più difficile rimediare al disastro, conciliando la costruzione del futuro con i drammi del presente. A maggior ragione quando i corpi intermedi rappresentano una classe dirigente abituata a succhiare risorse invece di produrre ricchezza da ridistribuire. A sinistra si chiede la patrimoniale. Difendendola poiché colpirebbe solo i super ricchi. Ma, in tal caso, le risorse recuperate sarebbero estremamente limitate. Se, al contrario, la patrimoniale dovesse colpire il ceto medio, l’incasso sarebbe maggiore ma si determinerebbe una ulteriore contrazione dei consumi che porterebbe alla chiusura molte piccole imprese, soprattutto nel terziario ma poi, per ricaduta, anche nel settore manifatturiero.

Servirebbero banche in grado di finanziare il futuro, fondi di investimento capaci di valutare i progetti innovativi, imprenditori coraggiosi e lungimiranti. Cioè tutto quello che manca in Italia.
Così è più facile scaricare ogni responsabilità, presentate a Sua Divinità la lista della spesa ed attendere i bonifici. Ignorando le dichiarazioni più scomode di Draghi a proposito delle aziende zombie e della formazione dei giovani. Perché i corpi intermedi preferiscono adottare la politica dello struzzo. Fingendo di non aver capito che i giovani più preparati devono essere pagati adeguatamente e che le aziende decotte non devono essere salvate a spese della collettività.
Sua Divinità si limiti a camminare sulle acque ed a distribuire pani e pesci. Ma in silenzio.