Dopo aver acquistato la pipa nuova, l’appassionato di lento fumo torna finalmente a casa. Con il nuovo pezzo in mano deve innanzitutto trovare un posto dove sistemarlo. Se ha uno spazio vuoto all’interno di uno dei suoi posapipe il problema non esiste. Ma se le sue rastrelliere sono piene – come spesso accade – si rende conto di aver fatto male i conti. L’alternativa sarebbe quella di precipitarsi dal tabaccaio per comprare un reggipipa qualsiasi. Ma al momento non può certo abbandonare la nuova venuta su un tavolo o una mensola. Il rapporto che si è appena instaurato con lei perderebbe tutto il suo romanticismo e lui si sentirebbe come il mascalzone che abbandona una donna dopo averla sedotta.
L’alternativa è fare spazio alla pipa nuova sacrificandone una vecchia. Ma quale scegliere? In fin dei conti a ciascuna delle “vecchie” è legata una storia, un’aggregazione di sentimenti. Certamente ne troverà una alla quale non è particolarmente affezionato: in fin dei conti nella vita bisogna pur rassegnarsi a qualche sacrificio. C’è quella che gli aveva regalato qualcuno con cui ha rotto definitivamente i ponti; magari una ex fidanzata. Oppure quella che proprio non gli è mai piaciuta, frutto di un acquisto sbagliato, o di un momento di follia. Ma in qualche modo la scelta resta difficile per non dire impossibile.
Già, la scelta.
Ogni mattina il fumatore di pipa passa in rassegna il suo “harem” per decidere quale mettersi in tasca prima di uscire. Le osserva una ad una e poi…
Questo è uno dei casi – uno dei tantissimi – in cui i consigli servono a poco. Ognuno farà una cernita del tutto personale, prima di decidere, legata a mille variabili: dalla stagione al tempo atmosferico, dall’umore personale al tempo che pensa di avere per dedicarsi alla fumata, e così via.
Alcuni fumatori scelgono una sola pipa per tutto il giorno. Altri non sopportano di riaccendere la stessa dopo averla fumata; preferiscono farla riposare, o addirittura ripulirla accuratamente, prima di riempirla nuovamente. Ma ciò non dovrà accadere prima di un giorno o due. Il grande Eppe Ramazzotti, usciva sempre di casa con tre pipe in tasca, che alternava nel corso della giornata. Chi ha il privilegio o la sfortuna di lavorare in casa, non avrà di questi pensieri. Ma gli capiterà pure, prima o poi, di dover uscire o magari di andare via per qualche giorno, no?
Tuttavia qualche idea generale può essere utile.
Se si deve uscire meglio portarsi dietro pipe piccole e dritte. Inoltre si possono tenere tra i denti lasciando le mani libere, qualità indispensabile se si devono svolgere operazioni che richiedono l’uso di entrambe le mani, o semplicemente camminare. Le grandi, al contrario, sono più adatte ai momenti in cui ci si può rilassare e si ha una maggior quantità di tempo a disposizione: al ritorno dal lavoro, di sera, nei giorni festivi e via discorrendo.
Sempre Ramazzotti consigliava le pipe curve per la sera. Quale fosse il motivo non ebbe mai a specificarlo. Forse perché le curve producono più acquerugiola che può essere antipatica da smaltire quando non si è a casa. O forse perché le tre pipe che si portava appresso nel corso delle sue uscite se le infilava nella tasca posteriore dei pantaloni. Quanto questa pratica fosse comoda o confortevole non so dire. Ma tant’è: ciò che è certo è che, nella sua tasca, tre dritte ci potevano anche stare ma una curva avrebbe preso troppo spazio.