Da Angela Merkel a Olaf Scholz. La drammaticità della crisi europea è tutta in questi due nomi. La Germania che, pur facendosi gli affari propri, aveva garantito una prospettiva di autonomia al Vecchio Continente, si ritrova con un burattino come cancelliere. Uno che si fa dettare non solo l’agenda da un Biden che un genio non è, ma addirittura le decisioni che la Germania dovrà prendere, a danno dell’intera Europa, nel caso in cui Putin dovesse reagire alle continue provocazioni statunitensi.
Così prima Washington si inventa una minaccia militare russa contro l’Ucraina, falsa come le prove che gli Usa avevano inventato a proposito delle inesistenti armi chimiche di Saddam; poi sempre Biden decide che, in caso di risposta russa, il gasdotto North Stream 2 deve essere bloccato, costringendo l’Europa a rinunciare all’energia indispensabile non solo per il riscaldamento domestico ma anche per il funzionamento dell’intera economia.
E Scholz? Con lo sguardo di chi è capitato lì per caso e non ha capito nulla si limita a cincischiare, ad annuire di fronte agli ordini di Biden.
E non basta che Putin escluda l’intervento militare, che Macron (l’unico leader europeo in questa fase) parli di descaletion, che gli stessi ucraini affermino di non credere all’invasione. Non basta perché i danni provocati da Biden si registrano già concretamente. Il prezzo dell’energia è alle stelle in Europa, che si rifornisce anche di gas russo. Ma tutti i prezzi aumentano in misura preoccupante, l’inflazione vola e riduce il potere d’acquisto delle famiglie, frenando la ripresa. “Mangiandosi”, di fatto, i soldi per il Pnrr. Soldi che, di conseguenza, non serviranno per il rilancio ma solo per fronteggiare l’emergenza.
I media di regime si dimenticano però di spiegare che i debiti contratti ora andranno ripagati e, senza poterli utilizzare per investimenti destinati al rilancio, si trasformeranno in un capestro che strangolerà chi li riceve oggi. Ma si sorvola anche sulla crescita dello spread a livelli preoccupanti. Non bisogna dirlo, perché il governo di Sua Divinità era stato presentato come quello che avrebbe azzerato lo spread e risanato il debito.
Le difficoltà, però, riguardano l’intera Europa, non solo l’Italia. Ed era questo l’obiettivo della menzogna americana. Non una inesistente guerra russa, non l’annientamento di Putin, bensì la distruzione dell’economia europea. Perché per fronteggiare la minaccia economica cinese occorre eliminare almeno la concorrenza dell’Europa. Occorre che la ricca Europa dipenda dalle scelte e dalle decisioni statunitensi; occorre che le grandi imprese europee vengano spazzate via per non intralciare quelle americane; occorre che i consumatori europei acquistino solo prodotti americani. Poco meno di mezzo miliardo di sudditi delle multinazionali statunitensi.
E Scholz annuiva imbambolato..