La storia delle Olimpiadi è antichissima. E dove potevano nascere se non nella fascinosa Grecia?
Nel 776 a.C. si svolsero i primi Giochi, celebrativi della vittoria di Re Ifito, il quale aveva conquistato un vasto territorio, l’Elide, dove sorgerà poi la città di Olimpia.
Inizialmente le Olimpiadi si componevano di una sola disciplina: la corsa.

Tuttavia, riscossero un grande successo e vi fu una grande partecipazione, quindi vennero non solo ripetute, ma vennero anche aumentate le discipline praticate: la corsa dei carri e dei cavalli, il lancio del disco e del giavellotto, il pentathlon, lotta e pugilato.
Da gioco a fatto nazionale e politico
Le Olimpiadi antiche si svolgevano nell’arco di un solo giorno e vedevano partecipare solo coloro che venivano dalle zone circostanti l’Elide.
Dal 472 a.C., però, la loro durata fu aumentata a cinque giorni, ma non solo: i Giochi olimpici assunsero una risonanza più ampia grazie a degli araldi, che correvano ad annunciare l’imminente svolgimento dei Giochi anche in regioni lontane.
Iniziarono a parteciparvi anche re e principi di altri stati e va da sé che, con il loro intervento, le Olimpiadi divennero un fatto nazionale, un fatto politico.
I re vincitori coprivano di prestigio il loro Paese e i cittadini tifavano i loro sovrani con uno spirito nazionalistico rinnovato.
Le Olimpiadi come manifestazione religiosa e culturale
Le Olimpiadi avevano anche una valenza religiosa, dal momento che erano dedicare a Zeus, capo di tutti gli dei, capo dell’Olimpo e dio del cielo e del tuono. Non a caso una statua di Zeus si trovava a Olimpia. Nei Giochi olimpici vennero, dunque, coinvolti anche i sacerdoti, che li inauguravano e li chiudevano con delle sfarzose celebrazioni religiose. Infatti, quando iniziavano i Giochi, si occupavano di svolgere il rito del giuramento degli atleti e dei giudici. Alla fine dei Giochi, poi, ringraziavano le divinità con riti e sacrifici.
Un evento con tale risonanza non poteva non attirare poeti, letterati e musicanti. Venivano composti versi dai più famosi poeti per acclamare i vincitori.
Accanto alla competizione sportiva e alla manifestazione religiosa, si viene così a creare una nuova area di cultura; vengono organizzate gare di poesia e gare di eloquenza.
La tregua olimpica
A dimostrare l’importanza acquisita nel tempo dalle Olimpiadi, vi è l’istituto della tregua olimpica.
La tregua riguardava solo gli Elleni, che, durante le Olimpiadi, cessavano tutte le inimicizie pubbliche e private. La tregua riguardava soprattutto per gli atleti e gli spettatori che dovevano attraversare i territori per partecipare e assistere ai Giochi.
Non fatevi, però, ingannare. Certo, la favola della tregua olimpica che fa cessare tutte le guerre sarebbe tanto strabiliante quanto utopica.
Infatti, questa aveva una portata, per così dire, limitata. L’obiettivo non era far cessare tutte le guerre, ma solo impedire quanti più ostacoli allo svolgimento dei giochi.
Chi partecipava alle Olimpiadi?
La partecipazione ai Giochi Olimpici era riservata agli uomini greci liberi. Oltretutto, non c’era nessun obbligo che imponesse che a prendervi parte dovessero essere solo i greci più benestanti. E’ scontato, però, che il fatto di dover dedicare molte ore all’allenamento escludeva di fatto i ceti più umili della popolazione.
Che le donne non potessero partecipare alle Olimpiadi, non stupisce. La civiltà greca è sicuramente piena di fascino, attira la nostra curiosità e, spesso, finisce per essere idealizzata. Non va dimenticato che la società greca era una società fortemente patriarcale.
Il motivo per cui le donne non potevano partecipare, risiedeva nel fatto che gli atleti gareggiavano nudi; si tratta di un rigore che con il tempo si attenuò, senza però scomparire del tutto.
Dovremo aspettare il 376 a.C. per vedere la prima donna, Cinisca, sorella del Re di Sparta, partecipare alle Olimpiadi. La donna vinse la corsa dei carri a quattro cavalli e, grazie a lei, il regolamento fu cambiato.

Fino al 632 a.C. anche i bambini erano esclusi dalle Olimpiadi. Furono ammessi a partecipare solo in seguito e con esclusione delle discipline più cruente e che richiedevano una maggiore forza fisica, come la corsa dei carri, un evento spettacolare, e la corsa oplitica (chiamata così perché gli atleti correvano indossando l’armatura).
Scomparsa e rinascita delle Olimpiadi
Il declino delle Olimpiadi iniziò con l‘aumentare del potere romano in Grecia e il colpo di grazia venne dal cristianesimo. Infatti, quando il cristianesimo divenne la religiose dell’Impero Romano, i vescovi iniziarono a dimostrare con forza la propria avversione per le Olimpiadi, visti come dei riti pagani e, come tali, da abolire. Le loro richieste vennero soddisfatte nel 396 d.C. dall’Imperatore Teodosio, che soppresse i Giochi e tutto ciò che ad essi era collegato: riti, balli, feste.
La rinascita delle Olimpiadi si deve a Pierre de Coubertin, che nel 1894 intervenne alla Sorbona in un congresso internazionale, sottolineando l’importanza dei Giochi soprattutto per i giovanissimi; per incentivarli a confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra (la Francia, infatti, era reduce dalla sconfitta della guerra franco-prussiana).
Le prime Olimpiadi dell’era moderna si ebbero nel 1896 ad Atene, la loro terra natia.