Signora mia, dopo le mezze stagioni stanno scomparendo anche coloro che hanno fiducia cieca ed assoluta nella scienza. Un bel problema, secondo il Corriere della Sera che riporta le disperate dichiarazioni dell’immancabile scienziato di turno. Si comincia a non credere alla scienza, si passa a dubitare della magistratura e si finisce a non comprare più le pantofole della Ferragni. Che, comunque, ha più follower di quanti siano i cattolici che vanno in chiesa la domenica.
Lo scienziato disperato, però, è in grande difficoltà. Perché ha scoperto che non sono i terrapiattisti a non fidarsi di lui e dei suoi colleghi. E neppure gli amici di Trump. O i no vax tout court. Macché. Signora mia, sono le persone normali che mostrano di dubitare della scienza. Pizzicagnoli, attori, palestrati, impiegati. Dove andremo a finire, di questo passo?
Ovviamente, essendo uno scienziato, non è in grado di capire la differenza tra scienza e scienziati. Ed ancor più ovviamente non è in grado di fare un briciolo di autocritica. Termine che deve essere stato escluso dai vocabolari di scienziati, magistrati e Ferragni (sempre che abbia mai aperto un vocabolario). Perché, in caso contrario, qualche dubbio sulle ragioni della sfiducia avrebbe dovuto porselo.
Come ci si può fidare di sedicenti scienziati che vietavano le passeggiate solitarie nei boschi e le abbronzature (sempre solitarie) sulla spiaggia per timore del virus trasformato in scoiattolo o in granchio? Salvo poi sostenere, a troppi mesi di distanza, che il sole e l’aria pura facevano bene. Come ci si può fidare di chi, a marzo, annunciava stragi infinite ad aprile, sbagliando completamente le previsioni? Di chi prevedeva la morte di massa dei milanesi dopo le feste per lo scudetto dell’Inter?
Forse se gli scienziati si fossero dedicati di più alla scienza e di meno alle comparsate televisive, forse la fiducia non sarebbe crollata.
Come ci si può fidare di scienziati che hanno bocciato il vaccino russo Sputnik salvo poi ammettere che, laddove è stato utilizzato, ha funzionato benissimo anche contro la variante Delta? Scienziati al servizio degli interessi americani, e non è certo la prima volta. Ma la scienza cosa c’entra?
E lo stesso vale per le scienze economiche. Previsioni assurde, di comodo, rigorosamente sbagliate. Con raffronti di comodo per nascondere la realtà. I numeri del Pil dei vari Paesi hanno la stessa attendibilità di quelli delle estrazioni del Lotto preannunciati dai maghi televisivi. Non va meglio con le scienze politiche. Gli scienziati prevedono i cambiamenti solo dopo che si sono verificati. Se ci provano prima, incappano in errori colossali.
Il povero scienziato, sul Corriere, teme che tutto ciò sia la conseguenza del famigerato “uno vale uno”. Non è così. Ma proprio perché tutti si sono resi conto che uno non vale uno, ora pretendono che chi si spaccia per scienziato dimostri di avere un briciolo di professionalità. Anche di onestà, di correttezza. Perché gli scienziati che negavano sole ed aria, che vietavano lo Sputnik, che cambiavano idea a giorni alterni sulla somministrazione di AstraZeneca non valgono uno: valgono zero. Ed è giusto che non godano più di nessuna fiducia.