Gli Stati Uniti alzano il tiro, in vista dell’anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina. Ed attaccano la Cina. Ci pensa il segretario di stato Antony Blinken che, dopo aver incontrato Wang Yi a Monaco, ha comunicato al mondo intero che Pechino sta per consegnare delle armi alla Russia. Cioè la stessa cosa che sta facendo l’intero mondo atlantista, dagli Usa all’Europa dei maggiordomi. Tra l’altro il diplomatico cinese non ha assolutamente confermato la notizia di Blinken, anzi ha ribadito che Pechino sta muovendosi per una mediazione, in modo da arrivare ad un cessate il fuoco.
Ma è proprio Washington che non vuole fermare il conflitto. Perché l’obiettivo è quello di sfibrare la Russia, magari per arrivare all’eliminazione di Putin ed alla sostituzione con un altro maggiordomo al servizio degli statunitensi. Mentre Pechino si muove per stringere il cappio intorno a Mosca trasformandola in un vassallo cinese. E, per farlo, potrebbe anche fornire le armi, in modo da salvare il regime russo. Ma fornendole sottobanco, per non perdere i mercati occidentali.
D’altronde salvare Putin significa garantire la permanenza della Russia nel campo cinese. Indebolendo innanzitutto l’Europa, che è anche l’obiettivo di Biden. Ma evitando anche che Mosca possa scegliere di entrare a far parte dello schieramento che l’India vuole costruire con i “non allineati”.
In ogni caso la prima vittima di tutta la strategia statunitense sarà l’Europa. Obbligata ad un ruolo di servitrice stupida degli interessi di Washington. Ed altrettanto succederà alla Russia, con l’unica possibilità di scelta tra Pechino e Nuova Delhi. Ma il capolavoro nordamericano è l’aver rafforzato la Terza Posizione dei non allineati e, contemporaneamente, il polo che si sta raggruppando intorno a Pechino.