Contrordine maggiordomi! Bisogna far ripartire le navi per aumentare il trasporto di petrolio russo. E le nuove disposizioni non arrivano dal Cremlino, bensì dal Tesoro statunitense che ha incontrato i maggiori commercianti di petrolio. Dunque gli stessi burattinai che avevano favorito gli attentati contro i gasdotti per mettere in ginocchio la Germania – sì, proprio la Germania, non la Russia – ora chiedono di aumentare la commercializzazione del petrolio di Mosca. E le pretese di Zelensky? Chissenefrega.
Anche la flessione di Wall Street, provocata da una ondata di panico per la crisi di una piccola banca, è comunque legata all’incertezza sull’andamento dell’economia mondiale, inevitabile conseguenza dei comportamenti statunitensi in giro per il Pianeta. “Sanzionami questo”, ironizzerebbe Pippo Franco.
Non a caso un paio di giorni orsono Agcnews riportava le preoccupazioni di Berlino per un probabile disimpegno di Washington dallo scenario ucraino. Gli Usa si concentrerebbero nel Pacifico e nell’oceano Indiano per minacciare la Cina, scaricando sugli europei i costi del sostegno ad uno Zelensky che la popolazione statunitense sopporta sempre di meno.
In questo modo gli Usa proseguirebbero, a costo zero, nell’opera di annichilimento dell’economia europea, distruggendo il principale competitore dell’industria nordamericana. Ovviamente a Bruxelles non fanno un plissé. Ed aumentano i dubbi sull’onestà di determinate prese di posizione. Soprattutto dopo che si sono comprese le motivazioni che hanno portato alle decisioni relative al Qatar e ad altri Paesi.