Carnevale sta per entrare nel vivo. O, per lo meno, così dovrebbe essere, se ancora vi fosse vita là fuori. Se ci fossero maschere e ballo, come sarebbe normale. E, più precisamente, naturale. Perché il Carnevale fa parte dei ritmi delle stagioni. Ed è, da sempre, da prima di avere questo nome, un momento dell’anno. Necessario, anzi essenziale, come tutte le Feste. Che rappresentano ponti tra il mondo degli uomini e il Cosmo. In assenza di questi momenti, di queste Feste, il mondo umano, quella che chiamiamo società, precipita in un grigiore uniforme, monotono. Noioso. E la noia, come dice Leopardi, è ben peggiore del dolore. È la vera morte…
Comunque questo è, come già ho scritto, un Carnevale triste. Anzi tetro. Dove le maschere della paura e della schiavitù hanno ormai preso il posto di quelle degli allegri Demoni della natura. Arlecchino, Pulcinella, Zanni… Che Demoni sono, certo. Ma allegri e scintillanti di vita. Come la brina sui prati, che appare fredda, ma cela e protegge il seme della Primavera…

Di balli e feste, poi, manco parlarne. Vietati. Per DPCM. Perché ai cupi grigiocrati e ai clown squallidi l’allegria fa paura. Temono la beffa. Il loro, misero, potere si regge sulla tristezza. E la paura…
“Prof. Ma non je pare na carognata?” mi fa il Boro a fine lezione. La mascherina sfrontatamente abbassata. Cosa che manda in panico e delirio molte colleghe. E colleghi.. Ma lui non è homo da curarsene. Tanto me bocciano lo stesso, dice, ecchissene…
Carognata cosa? Chiedo. Oziosamente. Di carognate ne stiamo subendo tante. Da tanto tempo…
“Questa che non se po’ fa na festa. Andà a un pub a berse na birra fra amici… ed è pure Carnevale ” ha lo sguardo tra il depresso e il furente “Ma che se credono, che famo le orge?”
Ha ragione. Ma è meglio cambiare discorso.
Orge? E che ne sai tu delle orge? dico ridendo…e anche i ragazzi ridono. La tensione si allenta. Un paio ricacciano indietro le lacrime che urgevano negli occhi…
“A prof. E certo che so che so le orge… Quelli che fanno porcherie, o se vole bunga bunga tutti insieme appassionatamente…” Le risate crescono di tono…
Vedi che non lo sai?. Mi guarda perplesso. Mica è la robaccia che guardi la sera invece di dormire… O studiare. L’orgia è ben altra cosa. Un rito. Religioso…
“Sempre pensato che i preti…” il gruppo dei coatti, a questo punto, va letteralmente in visibilio. Ma la battuta è buona. E pronta. Rido anch’io. Poi…
Vedi il riferimento è a rituali, e culti, molto antichi. Dove l’orgia era una cerimonia corale, che avveniva in certe ricorrenze. E si celebrava di notte. Per lo più in luoghi solitari, radure interne a foreste, grotte…
Servivano a evocare potenze profonde. Della Natura. Della Terra. Per propiziare la rinascita della natura a primavera, innanzi tutto. Per questo il Carnevale. Che si è sovrapposto ad antiche tradizioni. Ed ha mantenuto aspetti orgiastici. Pur manierati e stilizzati…
“In che senso stilizzati, prof.?”
Nel senso che i balli, le Maschere, i costumi non sono altro che forme di orgia manierate. Trasformate in qualcosa di apparentemente meno… intenso. Meno eccessivo. Ma sul fondo lo spirito dionisiaco resta…
“Dionisiaco prof.? Ma allora I greci…”

Certo. Il rituale dionisiaco è un’orgia. Con danze sfrenate, canti e grandi libagioni di vino. Che servivano a liberare la mente dall’ordinario razionale. E a sprofondare nell’oscurità della propria anima. La psiche. Per giungere ad una conoscenza delle forze che urgono in noi. E che il pensiero intellettuale non può afferrare…
Il Boro è un po’ che se nə sta in silenzio. Rimugina. Quando fa così… beh c’è di che preoccuparsi. Infatti…
“Ma allora in ste orge ce davano o nun ce davano?” il gesto della mano esplicita il concetto in modo inequivocabile.
Rido.
Si ce davano, ce davano… Ma non solo quello. L’orgia era anche danza, come dicevo. Grandi bevute. Banchetti, ovvero grandi mangiate. Di tutto. Tutto quello che può avere a che fare coi sensi. Purché sperimentato in modo eccessivo. Estremo…

“E allora erano dei gran porci, no?”
No. Ti sbagli. Perché il momento orgiastico era eccezionale. Interveniva tra due periodi di austerità. Di ascesi oserei dire. Per quello la Chiesa ha posto le Ceneri e la Quaresima dopo il Carnevale.
Perché il rito avesse il massimo effetto era, anzi, essenziale arrivare in una condizione di purità assoluta
Vedo occhi perplessi al di sopra delle mascherine. È necessario tradurre. Nella loro lingua…
Insomma, i porci che, come voi, si guardano pornazzi, o tracannano birre senza ritegno, alle orge non erano ammessi. Capito?
Risata generale. E, in fondo, liberatoria.
Suona la campanella. Quasi quasi mi dispiace. Ma devo uscire in fretta. Non sia mai che entri la collega di Inglese. E si crei alla cattedra un pericoloso, e immorale, Assembramento…