Seguendo la richiesta di Pd e Italia Viva, la Rai decide di recidere un contratto da 12.000 euro al sociologo Alessandro Orsini, per partecipare a “Cartabianca”.
Parlando di Putin a Piazzapulita su La7 Orsini sostiene che: «Bisogna smettere di demonizzare l’avversario politico e bisogna trasformarlo in una persona come noi, con interessi economici e valori politici da difendere. Noi siamo come Putin, se Putin è un mostro lo siamo anche noi». Sono ormai note le sue idee poco simpatizzanti nei confronti del presidente ucraino Zelensky che viene additato come il responsabile di una eventuale terza guerra mondiale ed un ostacolo alla pace.
Si parla da parte della Rai di diniego di libertà di espressione del pensiero. Orsini è un docente di Sociologia del terrorismo internazionale alla Luiss, ospite ormai in tanti programmi e duramente criticato per le sue posizioni ritenute filo russe. Nel programma di Formigli su La7, Piazza Pulita, afferma di sostenere il dialogo tra Russia e Ucraina per cercare di mettere fine alla guerra, rifiuta l’etichetta attribuitagli di filo putianiano e si riconosce nel pensiero Occidentale.
Una delle frasi del professore che ha suscitato indignazione è stata pronunciata durante la sua partecipazione alla trasmissione Carta Bianca su Raitre. «Se davvero Putin, in una condizione disperata in cui rischia di perdere la guerra in Ucraina, dovesse usare la bomba atomica, l’Europa sarebbe moralmente corresponsabile».
Sono stati esponenti della sinistra a sostenere che ritenevano ingiusto che si pagasse con i soldi dei contribuenti un relatore così controverso. Rinnegato dalla stessa sinistra a cui Orsini, nella trasmissione di Corrado Formigli, afferma di non riconoscersi più. Una retromarcia inaspettata quella della Tv di Stato. «La direzione di Raitre – si precisa in un comunicato – d’intesa con l’amministratore delegato della Rai, ha ritenuto opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma Cartabianca».
È la stessa Berlinguer che critica la sua stessa azienda per non essere stata coinvolta nella decisione. Dopo il sostegno della giornalista, Orsini, si è detto disponibile a partecipare gratuitamente alla trasmissione. Potremo parlare di una censura, se il professore non sarà presente negli studi di Cartabianca, a titolo gratuito.
In realtà Orsini appare come pretesto per fare emergere l’influenza politica sulle decisioni Rai. Il docente esperto di geopolitica è diventato uno delle voci più controverse durante la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, e le sue analisi sul ruolo della Nato e dell’Europa nella genesi del conflitto hanno avuto grossa eco sui media e sui social.
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, su Twiiter, ha duramente criticato la Rai sul docente: “Non sono d’accordo con molte cose che dice Orsini, ma mi spaventa una Nazione nella quale la tv di Stato consente di sostenere unicamente le stesse tesi del governo. Una democrazia prevede libertà di pensiero: per esercitare il libero arbitrio serve il confronto tra tesi diverse”.
Intanto Orsini gode della popolarità e di questo picco mediatico che lo circonda. Dal 24 febbraio, quando ha avuto inizio l’invasione russa dell’Ucraina, il professore ha raggiunto livelli di ospitate sconosciuti e, anzi, inimmaginabili fino a qualche settimana fa.