Va bene sdoganare le minoranze sessuali, etniche, di ogni tipo. Ormai le pubblicità delle auto non possono rinunciare a coppie miste; nei film attori afroamericani interpretano personaggi della mitologia greca; i festival musicali si trasformano in passerelle per lo show del politicamente corretto. Però ora si va oltre. E si cancellano gli spazi per chi non fa parte di una delle minoranze protette. Nessun bianco è chiamato ad interpretare personaggi africani. E in show come “Amici” l’eterosessualità diventa un ostacolo per far parte della giuria.
Non solo, anche saper cantare diventa un ostacolo per fare i cantanti. Meglio premiare chi è stonato ed utilizza l’auto-tune. È più moderno, è più avanti. Basta con chi è intonato, con chi ha studiato canto, con chi ha avuto il torto di essere “normale”. Bisogna premiare non il merito ma chi ha poche qualità però può sembrare “irregolare”. E considerando i meccanismi dello show business è evidente che l’irregolarità è soltanto una posa, un’arma pubblicitaria in più. E si spaccia per coraggioso, per innovativo, per alternativo un testo che è la somma di banalità ma politicamente corrette.
La qualità non conta, anzi rappresenta una fastidiosa zavorra. Tanto prima o poi arriva l’intelligenza artificiale ed i cantanti non saranno più reali, non saranno in carne ed ossa. I testi li scriverà chatgpt seguendo le indicazioni di chi controlla gli algoritmi. Il ministero della Verità è andato oltre la visione terrificante di Orwell.