Da un lato la tragedia di una guerra vera. Dall’altro la farsa di pagliacci che parlano di sacrifici in nome della libertà. Purché la libertà sia concessa esclusivamente a chi si è messo al servizio di Washington. Libertà condizionata, dunque. La libertà degli altri popoli non interessa. Dov’erano gli eroici parlamentari italiani, strenui combattenti per la libertà, quando il governo di Madrid incarcerava i catalani che avevano osato proporre un referendum per la libertà del proprio popolo? Dov’erano gli eroici combattenti per la libertà che applaudivano Zelensky quando erano gli inglesi ad assassinare i nordirlandesi?
Ed ora i combattenti della libertà sulle poltrone parlamentari non osano neppure sussurrare qualcosa – figurarsi protestare – a proposito dell’assassinio in carcere di uno dei combattenti autentici per la libertà della Corsica. Troppo scomoda, l’Isola di fronte alle coste liguri e toscane. Meglio tacere sulla repressione messa in atto anno dopo anno. Meglio non ricordare la vicenda dei fanghi rossi della Montedison negli Anni 70, con inquinamento e bombe (ne ha scritto Paolo Morando nel suo libro su Cefis, per chi volesse approfondire).
Della protesta riesplosa in questi giorni ha scritto, onore al merito, Ferdinando Parisella sul sito Destra.it. Una vera provocazione, non solo quella di Parisella ma anche del sito che lo ha ospitato. Perché gli ex patrioti e neo atlantisti evitano accuratamente di schierarsi dalla parte dei popoli che lottano per la libertà da Stati ottocenteschi e ormai privi di ogni senso. E poi sarebbe troppo faticoso, troppo impegnativo studiare la storia della Corsica, o quella dell’Occitania, della Catalogna, della Bretagna. O almeno quella della Sardegna, della Valle d’Aosta, di Venezia.
Biden non ne sa nulla, dunque neppure i maggiordomi italiani devono occuparsene. Meglio occuparsi di Ucraina, degli Uiguri, di Taiwan, di Hong Kong, dei pellerossa. No, dei pellerossa no, Biden non vuole. L’importante è silenziare la protesta corsa. Per evitare che qualche altro popolo rialzi la testa e metta in dubbio la civiltà di McDonald’s e di Amazon, la cultura dei centri commerciali e dei rapper yankee. Perché un’Europa dai mille colori dei mille popoli che la compongono rappresenterebbe un rischio per il petomane di Washington e per i suoi burattinai. Per le multinazionali che controllano cibo e medicinali e che hanno bisogno di un consumatore globale, identico in ogni parte del mondo.
Popoli liberi, piccole patrie, significherebbero un recupero della cultura e dell’identità. Renderebbero più forte un’Europa non più dei banchieri e dei burocrati. Troppo pericoloso. Perché il battito delle ali di una farfalla ad Ajaccio può provocare un tornado a Wall Street.