Cari lettori, la rubrica arte e fotografia del giornale prosegue. Ecco la mia intervista ad un artista contemporaneo, molto conosciuto nel mondo della Street Art nazionale ed internazionale: Gionata Gesi alias “OZMO”.
Fumetto, pittura accademica e writing sono i primi ambiti della formazione dell’artista, cresciuto a Pisa e poi trasferitosi a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti, iniziando a dedicarsi alla pratica dei graffiti per quasi dieci anni, fino al 1998. Nel 2001 l’artista si trasferisce a Milano, dove, oltre all’attività in galleria, lavora nello spazio pubblico e getta le basi della Street Art italiana, di cui è uno degli indiscussi pionieri.
Un artista che ha cancellato dal suo vocabolario la parola “ipocrisia”. Un mago dei pennelli dai mille interessi, come quello per l’iconografia e i messaggi arcani dei Tarocchi. Visioni mistiche e innesti di culture diverse che Gionata Gesi imprime sui muri che dipinge. Ha realizzato opere sui muri di mezzo mondo, dalla Polonia alla Russia, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna.
Impossibile non rimanere sbalorditi quando si ammira un’opera di questo artista: irriverente, pungente, che riesce a toccare i nervi scoperti della società facendo credere durante la realizzazione delle sue creazioni sui muri del Mondo che verrà raffigurato un certo tipo di soggetto, ma ad opera conclusa ogni schema è ribaltato. Anche le “scolature” (lo sgocciolamento voluto del colore, che scende a causa dell’inclinazione della parete) partecipano all’opera, enfatizzandone lo stile e il significato: ogni goccia che scende è stata decisa. La sua posizione, la lunghezza, la distanza tra le altre e da terra è stata voluta, studiata e realizzata.
Le opere di Ozmo sono di forte implicazione emotiva, colossali a volte fin blasfeme e molto criticate, come d’altronde è sempre stata oggetto di critica la Street Art. Le opere di Gionata Gesi ci insegnano che l’arte non ha confini, spazia dentro ad uno spazio infinito.
Sebbene l’intervista, rispetto alle precedenti, possa apparire sintetica e alle volte elusiva, se ci si sofferma attentamente sulle risposte si potrà comprendere la vera essenza, certamente non banale, dell’artista. Pochi concetti, questo è vero, ma densi di significato. Il mio consiglio è quello di leggere le sue risposte con davanti agli occhi le sue opere e tutto sarà meno oscuro e questo vi consentirà di apprezzare il suo modo di intendere l’arte che crea.
Buona lettura!
B: Qual è il tuo parere sull’arte contemporanea?
O.: È bella.
B: Quando ti è stato chiaro che avresti voluto diventare un artista?
O: Quando ho attaccato il primo quadro al museo del 900 nel 2012.
B: Quando invece hai compreso di essere diventato un artista
O: Ho fortunatamente dei dubbi ancora oggi.
B: Come nasce la tua arte?
O: È un mistero.
B: Riusciresti a definire la tua Street Art con una parola?
O: Illegale.
B: Qual è il tuo progetto ancora nel cassetto… e che vuoi o hai in programma di realizzare?
O: Ho avuto talmente tanti progetti non andati in porto che ho l’imbarazzo della scelta.
B: Riesci a definire la tua arte in poche parole?
O: Immaginifica e potente.
B: Gli NFT sono una speculazione o una risorsa per il mondo dell’arte?
O: Una nuova tecnologia che nessuno ha capito.
B: Nelle tue opere sono contenuti parecchi simboli: Qual è il tuo messaggio? Cosa vuoi comunicare e chi è il tuo interlocutore?
O: Se voglio comunicare mando un sms. Si tratta di esperimenti visivi, riflessioni sul potere delle immagini.
B: Non hai confini, spazi dentro ad uno spazio di per sé infinito come mai?
O: Mi pare il minimo! altrimenti lavoravo in ufficio.