..E poi ti svegli una mattina e scopri che sei diventato vecchio, ingombrante, scomodo. Scopri che il tuo ruolo di papà rappresenta un peso per i figli. Che vogliono, legittimamente, crescere. Diventare autonomi. Si chiama emancipazione, ed è un bel segnale. Significa che hai insegnato ai ragazzi a camminare da soli. Ed è ora di lasciarli andare, di farti da parte.
Non sempre va così. Perché, a volte, è difficile lasciare la scena dopo aver fatto tanta fatica per costruire qualcosa di grande. I figli si sono emancipati ma il padre non vuole rinunciare al suo ruolo. E nascono i contrasti, sempre più duri.
E poi c’è anche un’altra possibilità. Il papà ritiene, a ragione, che i ragazzi non siano emancipati e vede che si stanno gettando, senza riflettere, nelle braccia del solito approfittatore di turno.
Per Beppe Grillo la possibilità era la terza. Ed ha provato a reagire. Poi, però, sono arrivati i sondaggi. Magari poco credibili, per la gente normale. Ma fondamentali per chi li ha trasformati in una sorta di vangelo. E Grillo ha scoperto che il “suo” Movimento varrebbe poco più del 7% a fronte di un 10% dei pentapoltronati a guida Conte. Tra l’altro con riduzioni dei consensi per il Pd e pure per Forza Italia.
Sempre meglio di Italia Viva e di Azione, ma pur sempre un risultato modesto e soprattutto inferiore a quello di Giuseppi. Ciò significa che i finti rivoluzionari pentapoltronati hanno archiviato la stagione del cambiamento ed hanno scelto di essere normalizzati, in attesa di essere fagocitati dal Pd. Una scelta legittima, ma il guitto che infiammava le piazze con i vaffa, cosa ci farà in una ruota di scorta del noiosissimo Enrico Letta?
È solo il desiderio di non uscire di scena? Di non trasformarsi in un pensionato che osserva i cantieri? È un problema banale di egocentrismo? Perché è dura cospargerei il capo di cenere ed andare a Canossa da un personaggio come Giuseppi Conte. D’accordo che la dignità non è tra le qualità richieste ad un politico, però un briciolo di decenza non farebbe male. A meno che..
