Oh, ma tu in che mondo vivi?
La domanda mi viene fatta spesso. Soprattutto in questi ultimi tempi.
*Te ne stai lì, e scrivi di aurore, montagne, neve… oppure ti intorcoli in ragionamenti confusi sul senso della storia, su poeti che non legge più nessuno, su filosofi astrusi.. e non ti occupi, anzi neppure accorgi di ciò che sta accadendo…”
E che starebbe accadendo, di grazia?
“Beh….ad esempio le polemiche su Zelensky a Sanremo…”
Stop! Chiariamo subito una cosa. Io non parlo di Sanremo, non mi interesso ad ospiti più o meno eccellenti… né del fatto che una certa (dicono) cantante ha dichiarato di voler essere puttana fino in fondo… buon per i suoi amici e colleghi, mi limito a chiosare. Soprattutto, però, non firmo petizioni, né aderisco a movimenti come Boicotta Sanremo. Anche perché il Festival non lo guardo da una quarantina di anni. E tra i pochi che mi ricordi ci sono Albano e Romina che cantavano “Felicità”. Oltre alla farfalla di Belen… ma per quella mica ci si doveva sorbire tutto il Festival…. e poi ricordo Mike Buongiorno. E un Pippo Baudo giovane e bietolone. Che ti boicotto? Manco guardo più la TV da oltre tre anni…
“Sì, ma è un fenomeno di costume… se ne occupano tutti i principali commentatori…”
Beh, io non sono un principale bel niente. E non commento se non ciò che mi aggrada. Una lirica di Rilke… un dipinto di Picasso… una massima di Musil…
È per questo che il nostro Direttore (non) mi paga.
E, poi, fenomeno di costume… lo sarebbe se ci fossero ancora i “costumi”. Gli usi, i mores. Le virtù…. chiamateli come vi pare. Tutta roba dimenticata. E svenduta dal rigattiere con l’identità nazionale e il senso religioso. Che neppure il Bergoglio saprebbe, ormai, riconoscere. Neppure se glielo servissero su un vassoio. Con contorno di patatine. O di formiche trifolate. Che sono più di moda.
“Si, ma ci va Zelensky, seppur non dal vivo…”
E che male c’è in questo? Per una volta sarà al suo posto. A fare il guitto, anche solo con un messaggio, in mezzo ad altri guitti. Per lo più migliori di lui. Anche perché almeno qualcuno in grado di suonare un pianoforte con le mani, e non con altre… protuberanze, a Sanremo ci dovrà pur essere…
E poi di Zekensky mi capita di dover parlare fin troppo spesso. Per altre ragioni, e in ben altri contesti…. dove sarebbe stato meglio non fosse mai entrato. Perché ogni volta che ne parlo, mi viene da dare ragione a quel barbone di Treviri. Al vecchio Marx. Che ogni tanto viene a trovarmi da fantasma, nelle notti insonni… (a proposito… è un pezzo che non si fa vivo.. o, meglio, morto…). Insomma a quella battuta sulla storia che la prima volta si presenta come tragedia. La seconda come farsa…
E poi dei pagliacci (ancorché assassini come negli incubi degli afflitti da coulrofobia) ha ben poco senso parlare. Piuttosto ci si dovrebbe (pre)occupare di chi ha scritto il loro canovaccio. Di chi tira i fili. Del puparo e non dei pupi.
E magari interrogarsi sul perché tanti, troppi, forse la maggioranza (spero di no…) credono a tutte le balle che vengono loro propinate per via mediatica… roba che neanche l’olio di ricino di capitan Ferruccio Vecchi… che, per altro, aveva almeno una salutare funzione depurativa. Mentre sta robaccia intossica soltanto…
“Ma dai…. non dirmi che non ascolti mai canzonette…. non fare l’intellettuale sul picco dell’avvoltoio…”
No, no… canzoni e canzonette ne ascolto. Ma non quelle in voga, politically correct… Che non mi dicono niente. Mentre quelle di una volta…
Ad esempio. Mina e Alberto Lupo. Con lui che faceva il provolone… e lei, bellissima, che cantava “Parole… parole… parole…”
A suo modo profetica. Non vi pare?