Mario Bozzi Sentieri, sul sito Barbadillo, apre una discussione sul tema della destra sociale e, soprattutto, sulla consueta proposta della partecipazione dei lavoratori. Partecipazione alla gestione delle aziende, come previsto dall’articolo 46 della costituzione. Mai attuato e neppure mai preso davvero in considerazione. La sinistra temeva il ricordo della Repubblica Sociale, la destra (che lo riproponeva esclusivamente per onor di firma) pure. E, soprattutto, tutti avevano paura di infastidire Confindustria. Così il tema veniva parcheggiato in ambito sindacale, prima alla Cisnal e poi all’Ugl.
Adesso, però, anche la Cisl sta sostenendo la proposta e la destra fluida di governo è obbligata a far finta di condividerla. Perché è abbastanza squallido che ad ergersi paladini dei lavoratori siano gli stessi esponenti politici che, nelle trasmissioni di Del Debbio su Rete 4, sostenevano insieme a Porro e Cruciani che, in fondo, stipendi da 400 euro al mese per giovani poco più che ventenni non sono poi da buttar via. Così come i 6/7 euro all’ora per un bagnino. Come “destra sociale” si può fare di più e di meglio. Ma è la stessa destra che massacra le pensioni del ceto medio, che blocca le auto non di ultimo modello, che difende i prezzi indecenti degli stabilimenti balneari, che si rivolge alla di un Cnel presieduto da Brunetta, non proprio noto come difensore dei lavoratori. Molto sociale, indubbiamente.
Meglio gingillarsi con la partecipazione. Che, messa così, non significa assolutamente nulla. Cosa significa partecipare alla gestione di una azienda? Con quanti rappresentanti all’interno di un consiglio di amministrazione? Il rischio è che, in pratica, l’eventuale rappresentante dei lavoratori possa solo ascoltare e non abbia alcun ruolo decisionale in quanto minoranza ininfluente. E poi il consigliere espresso dai lavoratori, chi dovrebbe essere? Quali competenze dovrebbe avere per sperare di essere almeno ascoltato?
Tenendo conto dell’infima qualità del ceto politico italiano, quante possibilità ci sono di individuare un rappresentante dei lavoratori di livello elevato? È vero che l’imprenditoria italiana non è brillante e la finanza è pure peggio, ma bisogna essere almeno alla pari. Evitando di farsi rappresentare da quei politici pronti a svendere i diritti dei lavoratori per far contento il padronato.
Per questo è importante il lavoro di formazione che sta realizzando l’Ugl per avere quadri più preparati rispetto a troppi sottosegretari. La strada da percorrere è lunga. Perché non si può sentire, da un sindacalista, che una donna sola con figli piccoli ed un lavoro regolare pagato poco deve essere messa in condizione di poter svolgere un secondo lavoro. Perché una destra che si definisce sociale dovrebbe lottare affinché il primo lavoro garantisca un salario dignitoso ed anche il tempo indispensabile per crescere i figli.