Mentre gli amministratori locali insistono con diktat più o meno assurdi, più o meno dettati dall’incapacità e dalle proprie paure, la società civile si prepara per “andare a comandare”. I politici hanno fallito.
Non hanno saputo affrontare l’emegenza, e questo può essere comprensibile, ma hanno dimostrato di non essere in grado di gestire neppure l’ordinaria amministrazione. E questo è molto, ma molto, più grave.
L’unica arma di difesa rimasta ai politici è il totale fallimento delle esperienze di governo affidate ai tecnici: i disastri provocati dalla banda Monti non sono stati dimenticati.
Però una soluzione deve essere individuata. Roma e Torino andranno al voto il prossimo anno, lìder minimo permettendo, ed è evidente che Raggi ed Appendino non sono più accettabili alla guida delle rispettive città. Le grandi manovre per il “dopo” sono già iniziate ed i pentastellati tentano la carta disperata della tenuta del governo nazionale per imporre al Pd un’alleanza nelle due città, in modo da tentare la riconferma dei due sindaci.
Il Pd, consapevole dello scarso gradimento delle due signore, sarebbe persino disposto ad un accordo, ma con altre candidature per la poltrona da primo cittadino. Puntando, magari, su una figura della società civile che si dichiari vicina al Movimento 5 Stelle ma che sia perfettamente allineata con il partito di Zingaretti.
Il centrodestra, come d’abitudine, aspetta. Non sa cosa ma aspetta. Ipotizza qualche candidatura perdente, analizza sondaggi meno entusiasmanti rispetto allo scorso anno, perde credibilità con una serie di errori tattici e strategici. Incapace di presentare proposte credibili che vadano oltre proteste di routine. E quando cerca di essere innovativo, si inventa il virus pericoloso solo nel fine settimana.
Dunque gli spazi per eventuali liste civiche esisterebbero. Ma la società civile ha appena incassato la rovinosa sconfitta delle sardine. Giovinotti senza arte nè parte, utili idioti al servizio del Pd, cinghia di trasmissione mestamente messa da parte da chi l’aveva manovrata.
Così non funziona. Ma quale può essere l’alternativa? Un gruppo di persone riunite intorno ad un tavolo per stilare un programma che serva per il rilancio del proprio territorio? Certo, perlomeno possono nascere delle idee, delle proposte. A patto, però, che le persone riunite siano credibili e non siano soltanto portatrici di cariche ufficiali garantite dal sistema a prescindere dal merito individuale.
Le forze politiche tradizionali dovranno scendere a patti, ma solo se i “civici” saranno credibili. Diversamente dai delatori rossi di Boccia. Perché, comunque, a governare dovranno essere i politici, non i tecnici. Purché i politici non pretendano di fare i tecnici. Gli squallidi balletti sui diktat anti virus stanno dimostrando che il servilismo dei politici nei confronti di sedicenti esperti provoca solo disastri e sacrosanta rabbia. Ma con il nulla cosmico dei programmi dei partiti la situazione non può certo migliorare.