Da sempre la “scuola pesarese” si è distinta in quel che qualcuno ha definito lo stile neo-classico. Tradizione reinterpretata in chiave moderna unita a una maniacale cura nella selezione dei materiali che vengono lavorati con fantasia e creatività, senza mai perdere vista il fatto che una pipa alla fin fine deve essere fumata e non soltanto ammirata.
Se ciò è evidente nei marchi storici dell’area marchigiana, da Mastro de Paja a Il Ceppo, da Ser Jacopo al meno noto ma non meno prestigioso Rinaldo, non bisogna pensare che la crisi delle vendite abbia interrotto la nascita di nuovi, giovani e intraprendenti artigiani che hanno avuto il coraggio – qualcuno direbbe l’incoscienza – di dare vita a nuove microaziende piparie.
È il caso di Andrea Pascucci, pesarese doc, che dopo diversi anni di apprendistato nel 2016 ha rilevato la marca Fiamma di Re che era stata fondata intorno agli anni 80 del secolo scorso da Giannino Spadoni, uno dei diversi fondatori della Mastro de Paja. Andrea lavora da solo, e nel suo laboratorio trasforma i ciocchi di radica in pezzi unici che vanno a comporre diverse linee. Le meno pregiate, le “Celtica”, hanno forme più tradizionali e hanno prezzi che si aggirano tra i cento e duecento Euro. Via via si cresce di qualità bellezza ed eleganza sino ad arrivare al top di gamma, le “Fiammate” – di nome e di fatto – i cui prezzi possono raggiungere anche i seicento Euro e più.
Nel 1998 Massimo Palazzi, classe 1955, decide di dar vita a L’Anatra dalle Uova d’Oro, un marchio che si distingue per la sua originalità sin dal nome. E infatti oggi lo ”stile neoclassico” di cui sopra si evidenzia soprattutto nelle sue produzioni. Due anni dopo a Palazzi si affianca l’amico Andrea Pascucci, di undici anni più giovane e già collaboratore della Ser Jacopo: e l’Anatra prende il volo. Il successo è coronato, nel 2005, dalla prestigiosa rivista statunitense “Pipes & Tobacco” che assegna a una creazione del binomio pesarese il titolo di “Pipa dell’Anno”.
L’originalità delle pipe de L’Anatra dalle Uova d’Oro si evidenzia a prima vista dal marchio. Niente pallini più o meno colorati ma una testa di anatra in argento in rilievo che viene incastonato a caldo nella parte superiore del bocchino. Una caratteristica che permette di identificare ogni pezzo in modo inequivocabile. A patto che il possessore maneggi con cura la pipa: il rischio che l’originale simbolo identificativo si rompa o si danneggi è sempre in agguato. Ma ciò che cattura l’occhio in queste creazioni è la forma. Mai troppo bizzarra ma sempre insolita. I prezzi: dai 180 ai 400 Euro, per una produzione media che si aggira sui duemila pezzi l’anno
Ma come non citare la linea di Maurizio Tombari che fonda Le Nuvole nel 1996? Lui mette l’esperienza maturata in vari laboratori pesaresi, ma le idee più originali sono dovute alla fantasia e alla creatività della moglie Stefania.
Tombari produce da solo non più di 250 pipe all’anno il che fa sì che i suoi prezzi non siano economici. Tra i duecento e i quattrocento Euro è però possibile aggiungere alla propria collezione una pipa unica, studiata nei minimi dettagli, realizzata con estrema cura e pensata per chi vuole avere una fumata piena, gustosa e ricca. Insomma non solo un pezzo di design.