Il libro inchiesta di Alessandro Da Rold, giornalista de La verità, parla chiaro già dal titolo, un libro che non descrive la classica mafia, ma narra di una criminalità organizzata che ha coinvolto la più importante azienda di Stato: Finmeccanica.
Il giornalista ha ricostruito la storia di Vito Palazzolo, accusato di essere il tesoriere di Totò Riina e Bernardo Provenzano, colui che è riuscito a fare affari per conto di Finmeccanica, entrando nel commercio internazionale, attraverso le infiltrazioni della mafia nelle imprese statali.
Ciò che colpisce subito il lettore è il coraggio dell’autore di indagare sui legami che da Finmeccanica arrivano alla mafia passando per i governi africani. Non solo i soldi non hanno odore ma, come amava definire il giudice Giovanni Falcone, “Seguite i soldi, troverete la mafia”.
Appare inquietante che uno dei più importanti boss mafiosi facesse affari per Finmeccanica, un’industria pubblica italiana, ma è la realtà. In una storia che ha dell’incredibile si alternano giochi diplomatici internazionali e grandi affari. Una mafia che non uccide ma vende armi, elicotteri e bombe nelle località dove le guerre causano guerre e arricchiscono speculatori e dittatori.
Appare paradossale come l’illegalità possa trasformarsi in una pratica normale per Vito Palazzolo uno dei soggetti più pericolosi della comunità criminale internazionale. Gli affari con Finmeccanica e vari governi, coinvolgono anche il Sudafrica, a pagarne le conseguenze per essersi opposto al sistema è l’avvocato e manager napoletano, Francesco Maria Tuccillo, direttore di Finmeccanica per l’Africa subsahariana.
Un protagonista che con la sua rettitudine, come un nuovo eroe, si impegnerà con tutte le sue forze a rompere il muro di omertà e intrigo di poteri, attraversato da scandali, interferenze politiche e mafia che ha messo in ginocchio il futuro economico del nostro Paese, generando l’incapacità di creare nuovi posti di lavoro e sfiducia nell’industria pubblica italiana sulla scena internazionale.
Il libro vuole esser un omaggio al lavoro di molti magistrati del sud che, come Falcone e Borsellino, hanno pagato con la vita la ricerca di fare luce sui tanti ingombranti misteri che hanno segnato la vita industriale italiana per decenni. La mafia è stata sempre ben consapevole che le armi rappresentano un ottimo introito economico in cui si contrappongono, con un incastro perfetto, la criminalità e la legge.
Ma nulla può fermare la verità e l’etica professionale di Francesco Maria Tuccillo che con lucidità svelerà zone d’ombra che per troppi anni hanno attraversato l’influenza di Cosa nostra, in una vicenda che coinvolge lui e Vito Palazzolo, le relazioni degli Stati e i loro servizi di intelligence. Lo stesso Tuccillo dopo avere chiesto chiarimento ai vertici di Finmeccanica della presenza di Palazzolo in un vertice tenutosi in Africa, nel 2009, fu messo alla porta, perdendo così la carica di primo piano nell’impresa.
Non spetta trattamento migliore ai magistrati e ai giornalisti che cercano di fare chiarezza, gli stessi vengono isolati e viene negato l’accesso a dati su attività economiche poco chiare. Appare un’utopia fare in modo che il cittadino venga tutelato da fantomatici segreti di Stato, dislocazioni di sedi in paradisi fiscali e fughe all’estero di capitali.
Pecunia non olet (il denaro non puzza) ma Alessandro Da Rold attraverso questo saggio, ci fa comprendere che spesso al contrario il denaro ha l’odore di sangue, di riciclaggio, droga, armi e petrolio.