“È colpa di Putin!”. Gianni e Pinotto della politica italiana hanno scoperto il mistero del boom di clandestini in arrivo sulle coste italiane: è stato Putin, anzi Prigozhin, il leader delle truppe Wagner, che ha spedito eserciti di disperati sulle coste del Mediterraneo per poi indirizzarli verso l’Italia. Tajani e soprattutto Crosetto hanno spiegato che la Russia ormai controlla numerosi Paesi africani e che, dunque, obbliga questi Paesi a privarsi di uomini, donne e bambini per punire il governo di Roma che odia i russi.
Ovviamente anche Gianni e Pinotto sono liberi di raccontare barzellette cercando di convincere che si tratti di realtà. Ciascuno ha i suoi interessi da difendere. Però un briciolo di conoscenza della geografia e della geopolitica non farebbe male alla salute dei due ministri. E magari potrebbero anche ascoltare ciò che dice lo stesso loro governo.
Perché le tournée dei ministri hanno toccato i Paesi da cui partono i clandestini. E nessuno di questi Paesi è sotto controllo russo. Con l’eccezione parziale della Siria dove, però, la destra fluida di governo non si è avventurara. Ma i migranti arrivati a morire a Cutro erano partiti da Smirne. Persino Gianni e Pinotto probabilmente sanno che Smirne è in Turchia e che la Turchia fa parte della Nato. E la Russia non ha voce in capitolo neppure in Tripolitania, da dove partono in massa i migranti (tutt’al più in Cirenaica, ma non è la stessa cosa). Niente russi neppure in Tunisia.
Ed allora è evidente che le partenze di folle immense dall’Africa, ed anche dall’Asia, è la conseguenza del fallimento degli accordi annunciati dal governo. L’Italia ha regalato motovedette alla Tunisia ma i migranti non vengono fermati e Tunisi non si riprende neppure la stragrande maggioranza dei clandestini che non hanno diritto a restare in Italia. E vale per tutti gli altri Paesi. E la Russia che c’entra?
C’entra perché rappresenta l’ossessione di Crosetto l’amerikano, perché rappresenta l’alibi per Tajani costretto a fare il portavoce di Biden. Perché giustifica l’inutilità dei viaggi di lady Garbatella. Insomma, la versione di Gianni e Pinotto è che l’Italia avrebbe riconquistato la leadership nel Mediterraneo se non ci fosse stata la Wagner, che nel Mediterraneo non c’è ma non importa. E, senza la Wagner, il governo della Garbatella starebbe anche indirizzando la politica estera e pure interna dell’India.
Ma ora Crosetto e Tajani interverranno. E vieteranno alla Scala di Milano di mettere in cartellone le opere di Wagner e pure quelle di Prigozhin. Con gli esponenti della street art in versione atlantista assoldati per scrivere sui muri “Viva Verdi!”.