Ogni fumatore ha una sua pipa preferita.
Non si tratta della più bella o della più preziosa, e neppure della più costosa, della marca più prestigiosa o della più buona.
Non esiste un motivo preciso perchè quella sia fra tutte la favorita.
Quando l’appassionato di lento fumo passa in rassegna i suoi pezzi, non gli risulta difficile individuarla all’istante. Di solito la pone al centro dello schieramento, in modo che abbia una collocazione privilegiata e in primo piano.
A volte si tratta di una delle più vecchie. Ad essa sono legati ricordi indelebili di gioventù. Di quel pezzo il collezionista ricorda momento per momento i dettagli dell’acquisto. Rammenta il negozio e l’occasione, magari fortuita, che l’ha portato a puntare gli occhi su quella pipa che gli faceva l’occhiolino dalla vetrina. Di come lui si sia fatto ammaliare dalle sue forme sinuose e l’abbia desiderata fin dal primo istante. Il suo ingresso nella tabaccheria e tutto quanto ne è seguito, fatto di carezze sul legno, di sguardi che grondavano desiderio, di contrattazione con il negoziante, e così via. Ricorda soprattutto la gioia provata all’uscita dal negozio. Nella sua mente sono rimasti l’ora del giorno, la prima volta che l’ha tenuta tra i denti (l’equivalente del “primo bacio”), i lunghi momenti nel corso dei quali è rimasto ad ammirarla, quasi che accendendola temesse di rovinarla.
Ricordi della gioventù che se ne è andata irrimediabilmente? Anche, ma non solo. Perché per diventare la favorita quella pipa deve aver dato grosse soddisfazioni al suo possessore. Piaceri che sono rimasti intatti, anzi, che sono cresciuti nel corso degli anni. Quante volte gli amici si sono complimentati con lui per la scelta; quante ragazze, prima, e donne, poi, gli hanno detto che quella pipa tra i denti gli conferiva un aspetto particolare, interessante, affascinante; quanti, ancora, si sono burlati di lui per l’ostentazione che ritenevano eccessiva, ostentata, sgradevole?
Si può tradire, ma non si può smettere di amare quell’unica.
Con il passare degli anni l’amante tenderà a fumarla di meno. Si rende conto che gli anni sono passati per entrambi e ha paura di sciuparla, di chiederle sforzi al di sopra delle sue possibilità. Non si rende conto che la sua favorita gli sopravviverà, in quanto le pipe buone sono fatte per durare tantissimo e hanno una vita media che supera di gran lunga quella umana.
Un pizzico di rammarico, a questo proposito, turba il possessore. Ma è lo stesso turbamento che coglie ciascuno di noi quando pensiamo a che fine faranno le persone e le cose che amiamo quando non ci saremo più.
L’unico modo per superare l’angoscia che deriva da questi pensieri è cogliere l’attimo, o gli attimi, che ci saranno concessi per godere della “corrispondenza di amorosi sensi” con tutto quanto costituisce il nostro mondo.
Compresa quell’unica pipa che ha deciso di restare con noi fino all’ultimo, dopo averci accompagnato per tutta la vita.