L’irrilevanza della politica estera italiana era assolutamente scontata. Giggino che vola a Kiev quando l’emergenza è ormai finita per tutti (tranne che per Maria Luisa Rossi Hawkins, corrispondente del Tg5 sempre più squallido) è il simbolo di una incapacità totale e di una altrettanto totale mancanza del senso del ridicolo. Non un’idea, una presa di posizione, un’analisi intelligente da parte del governo dei Migliori e dell’oppofinzione. Tutti atlantisti, muti ed obbedienti.
Ma il distacco dalla realtà è emerso anche nella vicenda delle concessioni per gli stabilimenti balneari. Da un lato i governisti, impegnati a ribadire che la messa a gara delle concessioni è imposta dalle regole europee. Dall’altra l’oppofinzione che, per raccattare un po’ di voti in più, difende gli attuali concessionari a prescindere dal dato di realtà. E, in mezzo, tutti gli italiani di cui non frega niente né al governo né all’oppofinzione. Quegli italiani che devono fare un mutuo per potersi permettere una settimana di ombrellone e lettini per la famiglia.
Tutti muti sui prezzi vergognosi. Tutti muti sui ridicoli incassi dello Stato per le concessioni a fronte di incassi colossali. Tutti muti sul fatto che questa assurda ed inaccettabile politica dei prezzi penalizza il turismo. E va tutto bene sino a quando il terrorismo mediatico e governativo impedisce il turismo degli italiani in uscita. Ma la pacchia, per chi ha alzato i prezzi, è destinata a finire. Grecia, Croazia, Spagna, Tunisia sono pronte a riaccogliere gli italiani in cerca di un bel mare a prezzi abbordabili. Ma anche Egitto ed Albania.
E non sono soltanto logiche di mercato. Perché i soldi delle concessioni sono soldi pubblici. Sono denari a cui lo stato rinuncia e che, ovviamente, vengono recuperati con altre tasse.
Però in parlamento non se ne parla. Perché non si possono perdere i voti dei gestori degli stabilimenti balneari. E dei loro dipendenti. Che, poi, basterebbe preparare bandi fatti bene per risolvere la questione. Con l’indicazione dei limiti di prezzo (ciascuno è libero di far pagare ciò che vuole, ma la concessione la ottiene chi, liberamente, sceglie di imporre tariffe più basse), dei servizi offerti, con il riassorbimento dei dipendenti, con un numero di addetti in proporzione ai metri quadrati a disposizione o al numero di ombrelloni e lettini.
Perché anche se fossero gruppi stranieri ad ottenere le concessioni, il personale dovrebbero assumerlo ugualmente. Ma, forse, il timore è di non riuscire a predisporre neppure dei bandi di gara fatti bene.