Ce la faremo. Andrà tutto bene. Le autoconsolazioni abbondano. Sui social, in tv, sui luoghi di lavoro. Sembra quasi la pausa prima che, dalla trincea, i soldati escano per correre incontro alla morte. Anche se la percentuale di vittime, fortunatamente, è molto diversa. Bene, ce la faremo. E dopo?
Perché se ce la faremo, come è ampiamente probabile, dovremo affrontare il dopo. E chi sostiene che non è il momento di pensarci, che dobbiamo restare uniti per sopravvivere, che dobbiamo evitare le polemiche ed accettare tutto ciò che ci viene imposto, è un irresponsabile esattamente come chi, già contagiato, si muove infettando tutti.
Bene, il mondo non finisce con l’Elsavirus. La Cina sta uscendo dal tunnel grazie, anche, a quelle cure che in Italia sono state vietate, forse perché abbiamo l’obbligo di aspettare quelle predisposte da Paesi “amici”. E ne uscirà, comunque, anche l’Italia.
Ma a che prezzo? Una politica scellerata ha permesso la speculazione in Borsa. L’emergenza c’è per i sudditi, non per gli speculatori. Si stanno spendendo cifre folli per rimediare ai tagli criminali alla sanità pubblica degli ultimi anni. Anni, non mesi. Dunque è inutile scaricare la colpa su Speranza. Certo, si possono ricordare gli ospedali chiusi da Zingaretti nel Lazio, ma non è che in altre Regioni sia andata diversamente.
Ora, con l’emergenza, si può spendere molto di più, e senza controlli.
Non si è fatto nulla, negli anni, per le piccole e micro imprese, se non aumentare le tasse? Non si è fatto nulla per i lavoratori, se non renderli più poveri e più precari? Ora, con l’emergenza, i soldi arrivano. Ne arrivano molti di più per le grandi imprese, ma quella non è una novità.
Poi, però, i debiti di oggi andranno pagati. Ed è qui che emerge la stupidità, o la faziosità, di chi sostiene che bisogna evitare le polemiche. Come se medici ed infermieri venissero penalizzati dalle analisi sulla situazione economica.
La ricetta più semplice, per i servi dei camerieri di Bruxelles, è quella di prevedere una patrimoniale oltre ad un ennesimo aumento della pressione fiscale. Un’Italia ridotta come la Grecia per dimostrare buona volontà. Non si morrà più di virus ma di fame e di malattie comuni per l’impossibilità di curarsi. Una meraviglia. È la soluzione che tanto piaceva al grigiocrate Monti ed alla sua squadra. Tagli e ancora tagli.
Esiste una soluzione alternativa? Certo. Si spiega a Bruxelles che i debiti si pagano poco per volta, facendo crescere l’Italia e non strangolandola. Si cacciano gli speculatori, si cacciano i responsabili degli sprechi colossali in troppe Regioni, autonome o meno. Si pretende serietà in Italia e si pretende correttezza e pari dignità in Europa. Perché senza serietà in Italia diventa difficile confrontarsi con gli euro cialtroni che cercano ogni appiglio per spolpare quello che resta del Bel Paese.
Ma bisogna affrontare il problema adesso, senza aspettare. Perché dopo, a emergenza virus terminata, sarà troppo tardi.