Era il lontano 1758 quando il naturalista e botanico svedese Carl Nilsson Linnaeus classificò per la prima volta il pesce scorpione. Anche conosciuto come pesce leone, o lionfish, il pesce scorpione è un pesce d’acqua salata e vive principalmente nel Mar Rosso e nell’Oceano Pacifico (coste dell’Australia, del Giappone e della Polinesia per citare alcuni paesi). I suoi habitat ideali sono i fondali sassosi e le barriere coralline dove può cibarsi di piccoli pesci. Solitamente non si spinge oltre i 60 metri di profondità ma può arrivare anche ad oltre 150 quando è a caccia di prede. Recentemente ha iniziato a proliferare anche nel Mar Mediterraneo (isole greche, Cipro e Turchia) e nel 2017 è stato avvistato per la prima volta vicino alle coste italiane, in Sicilia.
Caratteristiche del pesce scorpione
La lunghezza del pesce scorpione varia tra i 35 e i 40 centimetri. È molto famoso per il suo aspetto stravagante, estremamente lontano dai pesci comuni che l’essere umano è abituato a vedere. Possiede occhi neri grandi ed inquietanti. La pelle è striata, solitamente di colore marrone chiaro o scuro e strisce bianche o rosse. La forma del corpo ricorda un ventaglio e le pinne sono dotate di potenti e affilati aculei. La prima dozzina di aculei della pinna dorsale e gli ultimi tre della pinna anale sono colmi di una tossina velenosa utile per scacciare potenziali predatori o difendersi in caso di necessità. Vien spesso confuso con il pesce pietra (anche lui pericolosamente velenoso) per via della somiglianza.

Il veleno del lionfish
Come detto, il pesce scorpione è uno dei pesci più pericolosi del mondo. Il veleno che rilascia tramite i suoi aculei può causare seri danni ad altri esseri viventi, incluso l’uomo. La tossina rimane attiva per diverso tempo anche quando il pesce scorpione è morto. La sintomatologia più comune che si verifica dopo essere entrati in contatto con il veleno causa eritemi, vesciche o necrosi, dipendentemente dalla quantità di veleno rilasciata. Secondo alcune testimonianze la puntura è simile alla puntura di un’ape ma doppiamente dolorosa. Una soluzione rapida per evitare spiacevoli sorprese è quella di immergere la zona colpita in acqua calda (sopra i 45 gradi) in modo da contrastare la circolazione della tossina all’interno del corpo. Altri sintomi, meno comuni, possono essere: nausea, paralisi, edema polmonare o difficoltà respiratorie.
Un pericolo per gli ecosistemi marini
Quali sono le cause che hanno portato il pesce scorpione ad essere un pericolo per gli ecosistemi marini?
Innanzitutto si riproduce con incredibile velocità, ovvero ogni 4 giorni. Questo significa che ogni esemplare produce fino a 2 milioni di uova all’anno. Per di più le uova sono molto resistenti e cavalcano le correnti marine per chilometri e chilometri disperdendosi cosi in svariate zone.
I pesci scorpione sono oggi un problema gravissimo nel Mar dei Caraibi. Dagli anni 90′ la specie è presente in maniera invasiva nell’Oceano Atlantico e appunto Mar dei Caraibi. L’Urgano Andrew che colpì Miami nel 1992 fece sì che alcuni esemplari tenuti in acquari si disperdessero in mare innescando una riproduzione generalizzata della specie. Oggi il Ministero dell’ambiente ne incentiva la caccia per salvaguardare le specie cui il pesce scorpione si nutre provocandone in molti casi la scomparsa.

Leggi anche: i pesci più strani al mondo.