COME FUNZIONA IL PIANO BUSINESS DEI SOCIAL?
Facebook ha lavorato per anni per trovare un modo per trasformare le sue app di messaggistica incredibilmente popolari in un’attività remunerativa. Eppure, WhatsApp non è (e non è mai stata) un grande successo in termini economici. Pur essendo un enorme successo in termini di diffusione, con oltre due miliardi di utenti attivi in tutto il mondo.
Come è noto, con tutti gli altri prodotti — Facebook, Instagram, Messenger — Facebook guadagna grazie alla vendita di pubblicità targetizzata. Cioè studiata su misura per ciascun utente grazie all’utilizzo dei suoi dati personali. Ma è difficile fare soldi con WhatsApp usando la pubblicità, per due ragioni. Anzitutto, dove si inserirebbe la pubblicità? E’ cosa difficile da fare, anche perchè all’interno delle chat rovinerebbe l’esperienza degli utenti. E gli altri spazi sono poco adeguati. Poi, anche se si trovasse un modo per inserire la pubblicità, come si potrebbe targetizzarla?
Tra il 2014 e il 2016, WhatsApp ha protetto tutte le chat degli utenti con crittografia end-to-end. Si tratta di un sistema di sicurezza che rende impossibile per chiunque, perfino per Facebook, leggere il contenuto delle conversazioni. Il che significa che i messaggi non vengono mai archiviati sui server di Facebook o letti dall’azienda. Detto in parole semplici: Facebook riesce a ottenere scarsissimi dati sugli utenti di WhatsApp. Dunque, se anche si facesse la pubblicità targetizzata, sarebbe molto meno efficace. Questi problemi sono noti fin dagli esordi della società.
L’idea iniziale: la pubblicità mirata
WhatsApp è stata fondata nel 2009 da Brian Acton e Jan Koum. Agli inizi, in alcuni paesi WhatsApp era a pagamento (costava un euro o un dollaro); in altri, come l’Italia, bisognava pagare un abbonamento di un euro all’anno. Poi il modello di business è cambiato: WhatsApp è diventata completamente gratis nel gennaio del 2016. Tra le altre cose, per consentire anche agli utenti dei paesi meno sviluppati, che spesso non hanno una carta di credito, di farne uso.
Nel 2014, poi, Facebook ha comprato WhatsApp. Per parecchi miliardi di dollari. Una delle acquisizioni più sorprendenti del secolo. Da quel momento la dirigenza dell’azienda ha cercato in molti modi di inserire pubblicità in WhatsApp. Ma sia Acton che Koum (entrati in Facebook dopo l’acquisizione e continuando a gestire WhatsApp) erano contrari. Anche perché questo avrebbe significato ridurre la sicurezza della crittografia. Mentre la funzione principale di WhatsApp è fornire messaggi crittografati e privi di pubblicità.
Ben presto, infatti, Acton e Koum entrarono in conflitto con la dirigenza dell’azienda e con Mark Zuckerberg, il cofondatore e ceo di Facebook. Nel 2018 sia Acton sia Koum lasciarono Facebook, spinti dalla pressione di Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg di monetizzare WhatsApp. Mentre Facebook metteva in dubbio la crittografia che aveva contribuito a costruire e ha gettato le basi per mostrare annunci mirati e facilitare la messaggistica commerciale.
Acton assunse posizioni molto critiche nei confronti della società: fece un investimento da 50 milioni di dollari in Signal, l’applicazione di chat rivale, e dopo lo scandalo Cambridge Analytica scrisse su Twitter che era ora di cancellare Facebook.
GlI STRUMENTI AZIENDALI: come guadagna whatsapp
Alla fine, come ha scritto Bloomberg, dopo molti tentativi falliti anche la dirigenza di Facebook ha rinunciato l’anno scorso all’idea di inserire la pubblicità mirata su WhatsApp. Esta provando un approccio diverso con la sua unità WhatsApp: si concentra sugli strumenti aziendali, inclusa un’opzione pay-to-message per le aziende, e non sulla pubblicità.
Il nuovo piano di Facebook per WhatsApp, che è in moto da qualche anno, è di trasformare l’app in uno strumento di comunicazione e vendita per aziende e consumatori. Una combinazione di commercio e servizio clienti. Il piano è un po’ incerto, ancora. Facebook ha fatto diversi tentativi in varie parti del mondo, alcuni di successo e altri meno.
Nel 2018 in alcuni paesi (non in Italia) ha introdotto WhatsApp Business, un’app creata per consentire alle piccole imprese, per esempio negozi e ristoranti, di chattare con i propri clienti. L’app dà la possibilità ai negozianti di creare un catalogo dei loro prodotti, così i clienti possono sfogliarlo e fare ordini. A luglio di quest’anno, 50 milioni di piccole attività usavano WhatsApp Business, secondo l’azienda. Far pagare alle aziende per inviare messaggi tramite l’API è l’unico modo in cui WhatsApp guadagna oggi.
La fase successiva del piano di WhatsApp includerà anche i pagamenti, consentendo ai clienti di acquistare prodotti direttamente all’interno dell’app. Questi piani hanno incontrato ostacoli normativi in numerosi paesi, tra cui India e Brasile, i maggiori mercati di WhatsApp, aumentando la complessità relativa al fare soldi attraverso la messaggistica privata.