Ad oggi, in Italia, sono state distribuite un totale di 8.597.500 dosi di vaccini anti COVID-19. Circa 2 milioni sono i cittadini a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose. Del totale dei vaccini, il 67% è Pfizer-BioNTech, il 26% AstraZeneca e il 5% Moderna. I dati sulle vaccinazioni sono in continuo aggiornamento e reperibili sul sito del Governo. Ma come funziona e come procede il piano vaccinale nazionale?
Il Piano Strategico per la vaccinazione anti COVID-19
Il 2 dicembre 2020 il ministro della Salute Roberto Speranza ha presentato al Parlamento il Piano strategico per la vaccinazione anti COVID-19 in Italia. In linea con quest’ultimo, il Piano del Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale fissa le linee operative per completare al più presto la campagna vaccinale.
Il Piano, reso pubblico il 13 marzo 2021, è sostenuto due colonne portanti:
- Distribuzione efficace e puntuale dei vaccini
- Incremento delle somministrazioni giornaliere
L’obiettivo principale del Piano vaccinale nazionale è ottimizzare la distribuzione dei vaccini in tutto il Paese, arrivando a somministrare di 500 mila dosi giornaliere su scala nazionale, triplicando il numero medio di vaccinazioni delle scorse settimane, pari a circa 170 mila.
In questo modo, si mira a vaccinare l’80% della popolazione entro il mese di settembre.
Somministrazione del vaccino alla popolazione: come procede
Il Piano prevede la somministrazione dei vaccini alla popolazione suddivisa per categorie.
Il 27 dicembre 2020 è partita la campagna vaccinale di operatori sanitari e sociosanitari, a cui sono seguiti pazienti lungodegenti e persone over 80. La vaccinazione di questa categoria rappresenta una priorità assoluta. Gli operatori sanitari e sociosanitari hanno un rischio più elevato di contrarre il virus COVID 19 e di trasmetterlo a pazienti vulnerabili. Inoltre, la vaccinazione di questa categoria aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario.
Al contempo, i pazienti e il personale delle RSA sono considerati ad alta priorità per la vaccinazione, dato l’alto rischio dettato dall’età avanzata e dalla presenza di molteplici patologie per i residenti e il contatto che il personale ha con questi.
Naturalmente, con l’aumento delle dosi di vaccino si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazioni, per cui si procederà alla vaccinazione di:
– cittadini over 60, persone severamente a rischio di ogni età, insegnati e personale scolastico ad alta priorità.
– insegnanti e personale scolastico rimanente, lavoratori di servizi essenziali e dei setting a rischio, detenuti nelle carceri o in luoghi di comunità, persone affette da patologie di ogni età. In particolare, il 3 marzo 2021 è partita la campagna vaccinale per il personale scolastico, docente e non.
– tutta la popolazione che non ha ancora avuto accesso al vaccino.
Nel corso dell’epidemia, comunque, il Governo si riserva la possibilità di attuare una strategia di tipo adattivo. Questo si verificherà qualora si identificassero particolari categorie a rischio o gruppi di popolazione in grado di diffondere l’infezione nella comunità, o nel caso in cui si sviluppassero focolai epidemici rilevanti in specifiche aree del Paese – anche per le varianti, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. In questo caso, si destineranno eventuali scorte di vaccino con l’attuazione di strategie vaccinali di tipo “reattivo”.
Per sapere come vaccinarti nella tua regione leggi questo articolo.
Il piano vaccinale nello specifico
Tre sono le linee operative del Piano vaccinale nazionale:
- Approvvigionamento e distribuzione, attraverso costante contatto della struttura commissariale con tutti gli stakeholder. Ad oggi, più di 8 milioni di dosi sono disponibili in Italia, e si stima raddoppieranno entro le prossime tre settimane. Entro la fine di giugno è previsto l’arrivo di altre 52 milioni di dosi circa, mentre ulteriori 84 milioni sono previsti prima dell’autunno.
- Monitoraggio costante dei fabbisogni con interventi mirati, selettivi e specifici sulla base di eventuali scostamenti dal Piano. Sarà necessaria una riserva vaccinale pari a circa l’1,5% delle dosi, per poter fronteggiare con immediatezza esigenze impreviste. Si indirizzeranno le risorse nelle aree più critiche, con l’impiego di personale del Dipartimento di Protezione Civile e della Difesa. Si interverrà inoltre anche secondo il principio del punto di accumulo, concentrando le risorse necessarie verso aree cluster e di piccoli dimensioni in stato di particolare necessità. Tra gli scopi principali del monitoraggio, il principale è indirizzare al meglio le risorse.
- Capillarizzazione della somministrazione, incrementando sia il numero dei vaccinatori che dei punti vaccinali. Si coinvolgeranno medici di medicina generale, odontoiatri e medici specializzandi. a questi si aggiungeranno i medici della Federazione Medico Sportiva Italiana, i medici competenti dei siti produttivi e della grande distribuzione, oltre che i medici convenzionati ambulatoriali e i farmacisti. Se necessario, si assumeranno medici e infermieri a chiamata, in aggiunta agli oltre 1700 già operativi. Per l’allestimento di nuovi centri potranno eventualmente essere utilizzati siti produttivi, le aree della grande distribuzione, le palestre, le scuole, le strutture di associazioni e della Conferenza Episcopale Italiana.
Verrà inoltre potenziata l’infologistica. Si adotteranno in tempi brevi di soluzioni informatiche per l’ampliamento delle funzioni di prenotazione e somministrazione dei vaccini. in questo modo si garantirà la circolarità delle informazioni e dando così impulso alla campagna.
A livello operativo è stato istituito un tavolo permanente per verificare quotidianamente l’andamento delle attività sul territorio. Il tutto è coordinato dalla Struttura Commissariale, la Protezione Civile, le Regioni e le Province autonome, con l’eventuale partecipazione di altri attori istituzionali e delle associazioni.
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