“Scusi prof…” la castana vivace. Briosa, in genere. Negli ultimi tempi, però, con una luce di angoscia nel fondo degli occhi. “Posso farle una domanda che non c’entra? Avrei, avremmo bisogno di aiuto…” alcune altre teste, parzialmente coperte dalle mascherine, fanno vistosi cenni di assenso….
Va bene. Dimmi
“Dunque, la prof. di inglese oggi ci ha parlato di quel Pigmalione, di quel professore che prende na fioraia ignorante, e ne fa una Signora…” annuisco.
Certo, George Bernard Shaw. Il Pigmalione, la storia del professor Higgins e Eliza, la fioraia. E dove sarebbe il problema?
” Beh prof. è che la storia non ce sembra molto chiara…. Insomma, quello lì, Higgins, prima fa una sorta di esperimento, prende sta povera ragazza ignorante, le insegna le buone maniere, a parlare fino… tra parentesi trattandola di merda… insomma, la fa diventare una Signora. Una Lady… E poi…”
“E poi s’allupa e se la vorrebbe fa’!” risate generali. Fulmino il Boro con lo sguardo. Ma lui sorride (tanto lo so che te so simpatico, pensa) e aggiunge
” Eddaje prof…. era per tajà corto… ”
Non gli rispondo. Mi rivolgo, invece, alla castana ribelle…
Mi sembra che la storia, nelle sue linee generali, l’hai compresa… Almeno tu (altra occhiataccia a Boro e coatti vari)… Cos’è che non ti quadra?
“No, ecco, è questo nome. Pigmalione. La prof ci dà detto che era un greco… un mito… Ma non abbiamo capito bene…”
“Anche perché quella ha fatto un gran casino…” sospiro. Definire “quella” una professoressa, quando ho iniziato a insegnare, sarebbe costato caro… Ma oggi…meglio fingere di non aver sentito…
Certo, è un mito greco. E come tutti i miti presenta molte varianti. Ma la più famosa, quella che anche Shaw riecheggia, è quella latina di Ovidio. Per altro la più bella.
Pigmalione è uno scultore. Un genio. E scolpisce una statua di donna. Nuda e bellissima. Solo che quando l’ha completata… se ne innamora….arriva al punto di dormire accanto a lei…
“S’era fatto la bambola gonfiabile professo’!”. Già… Solo che era un po’ freddina. E dura. Avorio…
Quando si placano le risate (il Boro arriva a sventolare la mascherina come se fosse alla corrida) continuo.
Comunque, si strugge tanto per lei, che un giorno va al tempio di Venere. E prega. E la Dea lo esaudisce. L’avorio muta in carne. La statua è, finalmente Donna. E…
“E allora ce danno dentro come ricci!”
Riesco miracolosamente a bloccare un tentativo di ola dei coatti, che avrebbero voluto accompagnare il Boro che, in piedi, mimava… beh, lasciamo perdere. A tutto c’è un limite…
Poi…
Sì. Ed hanno anche una figlia. Pafo. Ma questa è un’altra storia…
“Certo che avevano una fantasia ben strana questi greci…” la mora con gli occhi tristi. Non aveva ancora parlato oggi.
Vedi… I miti non sono solo fantasie. Significano qualcosa di molto più… profondo. Degli… archetipi (alcuni sguardi vitrei) dei, diciamo, modelli originari.
“E sto Pigmalione che modello sarebbe? Der maniaco in fissa….”. Pigmalione se vogliamo può avere molti significati (Mi fermo. Ci penso un poco… Poi).
Però, pensateci… Lui si costruisce una Donna perfetta che incarna il suo ideale di femminilità. Che dovrebbe appagare tutti i suoi sogni… E invece…
“E invece va in bianco!” aspetto un attimo di silenzio.
Sì. Va in bianco. Ma il tema non è questo. Piuttosto che troppo spesso non si ama l’altra. O l’altro, rovesciando il discorso per non essere sessista (ghignate dei coatti, che guardano la castana, l’ultima femminista. Le cui orecchie diventano porpora…) bensì un’idea astratta. Che si pretende che lei, o lui, incarni…
“Ma non è mai così, vero prof.?”
No. Non lo è. E non può esserlo. Perché questo non è amore. È solo pretendere di trovare il riflesso dei tuoi sogni. Delle tue fantasie solitarie…
“E allora cosa dovrebbe essere l’amore prof.?”
Attenti. Io non sono mica un maestro d’amore. Non sono Ovidio. Solo ho un bel po’ di anni più di voi e…
“Ed è omo di esperienza!” stavolta il Boro non sbaglia. Spero.
L’ esperienza, come la chiami tu, ti insegna forse un’ unica cosa. Che noi diciamo di amare. Ci convinciamo di amare. Ma, in fondo, è solo onanismo mentale…
“Ona… che?” bofonchia un coatto. Prontamente il Boro glielo spiega . E io… faccio finta di non aver sentito…
L’altra, la Donna (ma si, al diavolo politically correct) va Amata per quello che è. Senza pretendere che sia diversa. Senza ridurla ad una statua di freddo avorio.
Perché le persone, le donne sono diverse. Diverse le loro nature. E tu non puoi pretendere che una Messalina diventi una Santa Maria Goretti. O viceversa… Se la ami devi amare tutto di lei. Prendere tutto il pacchetto. Senza cambiare nulla, altrimenti ti trovi vicino un pezzo d’Avorio sagomato.
Il Boro strabuzza gli occhi.
“Me faccia capì prof…. Cioè se te prendi na pazza scatenata te la devi tene’ così? E manco te poi inc..?”
Esatto. Perché se sei innamorato di lei, sei innamorato per come è. Non per come vorresti che fosse. Quello non è amore. È il, diciamo così, complesso di Pigmalione. E non porta a nulla. Solo ad essere infelici. In due.
Si è fatto silenzio. Persino il Boro è senza parole. Poi, la mora con gli occhi ancor più malinconici del solito
“Ma secondo lei prof. è… possibile? Amare così ed essere amati così, intendo”
La guardo.
Non lo so. Forse bisogna chiedere aiuto. Pregare nel tempio di Venere.
Esco sul filo della campanella…