“Signore Dio nostro/ dammi la volontà di accettare le cose che non posso cambiare/ la forza e il coraggio di cambiare quelle che posso/ e la saggezza di comprenderne la differenza”. Queste parole di San Tommaso Moro – e ribadisce il “San” – rappresentano la via che sta percorrendo Pippo Franco, un saggio prestato alla comicità. Ieri in Trentino per presentare lo spettacolo “La vita è arte” all’interno del workshop del Nodo di Gordio e di Vox Populi.
Lei è un personaggio di grande livello intellettuale. Non le dà fastidio essere conosciuto soprattutto per un tipo di comicità che viene considerato minore?
No, nessun fastidio. Nella mia vita ho attraversato diversi mondi. Sono stato pittore e musicista, ho frequentato il liceo artistico e l’accademia, ho disegnato fumetti per alcuni anni, sono stato cantautore e poi attore, e poi sono approdato al teatro. Ho scritto libri. Il mio percorso arriva ovunque, sono sempre Pippo Franco, in ogni circostanza, a 360 gradi.
Quale esperienza l’ha formata maggiormente?
Sono tutte esperienze intercambiabili. Però il teatro ha coordinato tutto il resto.
Cosa ha rappresentato, per lei, il Bagaglino?
Il Bagaglino è stata l’invenzione di un genere che è poi stato definito “cabaret”. Erano caricature fatte di sintesi, interpretazioni ironiche del tempo di quel momento. Ed era un ambiente composto da persone amabili, tutte. Combattevamo insieme le stesse battaglie, compresa Valeria Marini. Era l’insieme a determinare il successo.
Ed i suoi rapporti con Pingitore?
Un grande rapporto con una grande persona. Rapporti legati ad una grande libertà. La mancanza di appartenenza partitica ci permetteva di avere una forte connotazione politica. Oggi la satira è inesistente perché è inesistente la politica.
Con il Bagaglino avete avuto un lunghissimo successo anche televisivo. Con una cospicua presenza di politici nei vostri spettacoli. Perché?
Erano loro a chiederci di partecipare perché si riconoscevano in quel tipo di umorismo. A partire da Andreotti che era il più bravo di tutti.
Lei è una persona di grande cultura. Quali sono i settori che la attirano maggiormente?
Ho interessi a tutto tondo, per me l’importante è ascoltare. Ascoltare tutti. Tutto ciò che si è in grado di apprendere, restando lontano da ogni dipendenza ma prendendo tutto ciò che c’è di buono.
Ha anche un forte interesse religioso?
Sì, ed è andato crescendo nel tempo. Sono cristiano, ma aperto ad ogni religione. Con la consapevolezza che l’esperienza è diversa dal ragionamento. La religione mi dà certezze assolute e mi consente di attraversare l’infinito in cui vivo. Nonostante il dominio del mondo da parte di chi lo sta organizzando.