Seconda guerra mondiale: con il marito al fronte, due figli da far crescere, 10 fratelli a cui badare, Maria Olocco partiva da Dogliani con la bicicletta ed un carretto, un paio di damigiane di vino e raggiungeva la costa ligure superando le Alpi. Dal mare riportava olio, acciughe e sale da rivendere in Langa. Ripercorreva, insomma, l’antica Via del Sale che ha sempre unito Piemonte e Liguria ed ha fatto sì che il piatto tipico piemontese diventasse la bagna caoda, a base di aglio, acciughe ed olio.
Maria era la nonna materna di Piergiorgio Marengo che, insieme alla moglie Anna, guida i Poderi La Collina, con 14 ettari a vigna a cui si aggiungono un campo di frumento (rigorosamente bio) ed un pioppeto. Vigneti sparsi sui migliori terreni della zona, per garantire la più corretta esposizione ai diversi filari. Il vino nasce in vigna e le cure e attenzioni prodigate al vigneto sono tante, sin dall’inerbimento che non è solo elemento estetico. Fondamentale, in una gestione attenta all’ambiente e al rispetto della salute umana, il ricorso a una agricoltura che integri saperi antichi e ritrovati moderni. Non si usano diserbanti di sintesi e la reintegrazione della sostanza organica è in gran parte affidata al sovescio: (fave, piselli, orzo, mais) che riporta al suolo quanto asportato.
Quando si pensa a Dogliani ed al vino, il primo pensiero corre, inevitabilmente, al Dolcetto, il cui nome deriverebbe da Dolium Januae, la Coppa di Giano. Ed il Dolcetto non manca certo nelle cantine dei Poderi La Collina, nella frazione Pianezzo di Dogliani, ma è ottimamente accompagnato da altri grandi rossi e bianchi, per una produzione complessiva che, a seconda delle vendemmie, si aggira intorno alle 90/110mila bottiglie.
Dolcetto, dunque, ma anche Nebbiolo (anche in versione spumante rosato), Barbera, Pinot nero, e poi Chardonnay, Arneis, Favorita. Ed anche il Sauvignon che, ora, è stato utilizzato anche per la produzione di un panettone. A proposito del Sauvignon, Marengo ricorda che quando aveva deciso di introdurlo nei suoi vigneti, dalla Regione Piemonte era arrivato l’invito a lasciar perdere, anche perché non era una Doc ed il territorio aveva a disposizione una infinità di Doc. Ma lui, Piergiorgio, aveva insistito e, pochi anni dopo, il riconoscimento era arrivato. Ed ora altri viticoltori hanno puntato sul Sauvignon.
Un vino noto al pubblico anche per il sentore di “pipì di gatto”. Ma Piergiorgio spiega che a livello mediatico un difetto è stato trasformato in una sorta di pregio, di caratteristica vincente. “Invece la pipì di gatto è solo l’effetto di una fermentazione problematica. Per questo, con studi ed una infinità di prove, ci siamo impegnati ad eliminare la caratteristica. E ci siamo riusciti”. Così anche il Sauvignon è entrato a far parte dei grandi vini dei Poderi La Collina, perfetto per accompagnare gli assaggi del territorio, e della produzione dei Poderi, che Anna offre ai visitatori. Vini e cibi di qualità, con grande carattere, perché rispecchiano qualità e carattere della famiglia Marengo.