“Senta prof.” la mora ha gli occhi che scintillano più del solito “questa è l’ultima lezione prima delle vacanze…”
Certo. E allora?
“Beh, ecco…volevamo chiederle… Deve proprio spiegare?”
Preferite che interroghi?
(urla di dolore e di raccapriccio).
La mora sgrana gli occhi, supplichevole.
“Prof. siamo stanchi morti…almeno lei…”
“Daje prof… Semo a Natale. E mica sta roba è da festa… De un triste…”
Il Boro tutti e torti non ce li ha. Lodovico Antonio Muratori è, certo, importante nella nostra storia culturale. Ma che sia piacevole…beh..
Ragazzi, anche se è Natale io non posso star qui a non far niente. E poi verrebbe fuori un caos…
“Però, Prof, potremmo parlare di altro. Che so, delle feste…” la glaucopide. Ora ci si mette anche lei. Allora è proprio finita…
E di che vorreste parlare? Di cosa vi porterà Babbo Natale?
(Risatine. La mora e la glaucopide sorridono. L’hanno spuntata…)
“A noi ce piace magna’ proffe… Parlamo de ciò che ce mangeremo durante ste feste. Er monno…”
La glaucopide ora lo guarda con disgusto
“La solita bestia…” mormora, ma in modo da farsi sentire. Il Boro si stringe nelle spalle…
“E che? Ce permettono de fare altro? De sti tempi l’unica è magna’. E nun pensarce…” bofonchia. E, ancora una volta, non ha torto.
Va bene. Allora parliamo del pranzo di Natale. Che non è solo un pranzo come tanti altri…
“È n’abbuffata da porci!”
Esatto. Proprio da porci. Ma, ancor di più, di porci. Perché un cibo fondamentale del Natale e feste correlate è proprio… Sua Maestà il Maiale.
Lo dico con tono solenne. Enfatico.e, naturalmente, le risate si sprecano.
“Prof. però qui a Roma se fa l’abbacchio per Natale…” annuisco.
Certo, qui mangiate abbacchio a Pasqua, Natale e magari a ferragosto pure…
“Però è bono…”
Non discuto. E, naturalmente, questo è legato alla storia e alle peculiarità del territorio. Il Lazio è terra di antica pastorizia. Mentre se vai in Valle Padana è tutto una porcilaia. Allevamenti di maiali come in Nord Europa….
E poi i gusti sono gusti. A Napoli la fa da padrone il pesce. La Vigilia e non solo. Altrove capponi, tacchini, altro pollame. Sulle tavole ricche di Lombardia e Piemonte un tempo il gran piatto era il brasato. Altrove il bollito. E quindi carni bovine… Per non parlare dell’oca nella Marca Trevigiana. Come in Inghilterra per altro.
Però, ciò detto, quello che volevo significare è che il maiale ha un valore simbolico specifico. Proprio legato a questa stagione. Ovvero alle Celebrazioni del Solstizio d’inverno. Che nel mondo germanico veniva chiamato Jöl. O Yule in quello anglosassone antico….
“Ma Yule non è il Natale?”
Sì e no. Diciamo che era una festa molto più antica del Natale cristiano. Che durava alcuni giorni e, soprattutto, Notti. A cavallo del 24/25 dicembre. E così è stato poi assorbito. Cristianizzato…
“Lo dice sempre mi’ nonno che li preti se fregano tutto…”
Aspetto che le risa si plachino. Poi…
Comunque, il maiale, che dai Cristiani non era certo visto bene, animale impuro, come per ebrei e musulmani, ha superato questa trasformazione della festa. Ed ha continuato ad avere un ruolo fondamentale nel suo contesto. Ancorché, in apparenza, solo sulla tavola…
“Perché, prima dei cristiani, che ruolo c’aveva prof.?”
Era l’offerta sacrificale della Notte di Yule. La Notte più lunga dell’anno. Quella che precede il Solstizio. Quando le tenebre raggiungono il loro apice. E sembrano divorare il mondo.
E allora, gli uomini, gli antenati dei Germani, dei Celti e, forse ancora prima, i misteriosi popoli che diedero vita all’antica Europa neolitica, oltre 7.000 anni avanti Cristo, portavano il maiale davanti all’Albero Sacro. Lo sacrificavano. E, probabilmente, ne appendevano delle parti ai rami. Poi, il giorno dopo, se ne cibavano…
“Ammappete… Alla faccia dell’Albero de Natale!”
Non hai tutti i torti. Quello era l’Albero di Yule. Da cui deriva il nostro… di Natale. Però, facilmente, era un frassino. O una quercia.
“E che Dio era quello a cui sacrificano sto povero porco?” risate. Il Boro ci prova sempre. Ma è Natale e…faccio finta di niente.
Era un Dio, o più facilmente una Dea, legata al culto degli Inferi. Perché il maiale era giunto da lì. Un dono prezioso per gli uomini. Nei Mabinogion, le leggende del Galles, l’eroe Pwyll salva il regno e la sposa del Signore dell’Annawn. L’Oltretomba. E questi, per compensarlo, fa scaturire dalla terra il primo branco di maiali…
“Non capisco prof.” gli occhi glauchi sono perplessi. “Ma che c’entrano gli Inferi col Solstizio? E il Natale?” sorrido…
Vedi, il Sole, nel Solstizio, muore e rinasce. E con lui la vita e tutta la Natura. Non per nulla Yule sembra significasse “Ruota”. La Ruota del Tempo, che è concepito come ciclico. Per cui, quando giunge al punto più basso, alla profondità della tenebra, alla (quasi) totale oscurità, comincia la risalita. Verso la Luce. È così nelle stagioni. Ed è così anche nella vita degli uomini e dei popoli.
Momento di silenzio. Poi la mora, con aria, per una volta sognante…
“Bello… Sembra quasi volerci dire che abbiamo ancora una speranza…” e mi sorride.
Suona la campanella.
“Prof, ma allora lei sto porco a Natale se lo magna?”
Eccome no… Salsicce e cotechino con le verze e il purè…
“Roba leggera prof… Buon Natale!”
Buon Natale ragazzi. Ci vediamo con l’Anno Nuovo.