L’isola caraibica di Porto Rico vive, da diversi decenni, in un limbo amministrativo.
Considerato parte integrante del Commonwealth statunitense l’arcipelago garantisce la cittadinanza della nazione a stelle e strisce ai propri abitanti senza, però, permettere loro di eleggere membri al Congresso e partecipare alle elezioni presidenziali.
Seppur dotato di una propria Costituzione, lo Stato ha più volte richiesto formalmente l’adesione agli Stati Uniti come 51° Stato federale. Nel corso degli anni si sono svolti già 6 referendum sul tema che hanno visto prevalere i favorevoli a questa ipotesi seppur in un clima di forte astensionismo (superiore al 70%).
L’attuale governatrice Wanda Vázquez ha annunciato che il 3 novembre, in contemporanea con le elezioni per la Casa Bianca, Porto Rico terrà un nuovo referendum, non vincolante, per chiedere il passaggio da “territorio libero associato” a “Stato federale”.
La domanda prevista dal quesito sarà “Porto Rico dovrebbe diventare immediatamente uno Stato federato?”
La risposta proveniente da Washington dipenderà molto anche da chi siederà nella stanza ovale. Con una popolazione di poco meno di 4 milioni di abitanti quasi interamente ispanica, infatti, Porto Rico potrebbe portare in dote voti e seggi al Partito Democratico e ostacolare non poco i progetti politici futuri del Grand Old Party.
L’ultimo referendum, tenutosi nel 2017, vide prevalere i “Sì” con il 95% dei consensi ma a generare dubbi anche tra i referenti democratici nordamericani è la situazione economica del Paese. Con un debito pubblico di quasi 130 miliardi di dollari che lo ha portato a dichiarare default tre anni fa, Porto Rico non rappresenta per nulla un buon investimento per le casse di una nazione alle prese con la pandemia determinata dal Covid-19 e la crisi economica che sta facendo balzare i dati della disoccupazione ai livelli raggiunti solamente nel secondo dopoguerra. Oggi, proprio per via della sua condizione ibrida, Porto Rico riceve fondi di gran lunga inferiori a quelli degli Stati federati nonostante la disastrosa situazione economica e le emergenze continue generate dai disastri naturali che tendono a colpirlo.