Precari di tutto il mondo, unitevi! Il disastro nei collegamenti aerei, conseguenza diretta ed inevitabile delle politiche di precarizzazione del lavoro, conferma a livello europeo il fenomeno che ha già interessato l’Italia del comparto turistico. Le compagnie aeree hanno licenziato i dipendenti nel periodo delle chiusure per Covid, e lo stesso avevano fatto le strutture ricettive italiane. D’altronde, senza poter lavorare, come sarebbe stato possibile pagare gli stipendi?
Però i precari lasciati a casa avevano la cattiva abitudine di mangiare, di pagare affitti e mutui, di proseguire a vivere. I renitenti alla vanga si sono adagiati sul divano in attesa del reddito di cittadinanza, gli altri si sono trovati nuove occupazioni. E, finita la mala gestione del Covid, non erano in fila ad aspettare di tornare alle vecchie attività da cui erano stati estromessi.
Ancora peggio nel caso delle compagnie aeree. Che, per aumentare i guadagni, hanno pensato di poter far fronte al ritorno alla normalità mantenendo il personale al minimo, come se si fosse ancora in emergenza, con un numero ridotto di voli. E continuando a pagare pochissimo i dipendenti. In base alle leggi di mercato: con eccesso di offerta (cioè le persone che cercano una occupazione) i salari diminuiscono. Ma rifiutando la logica di mercato nel caso opposto: con un aumento della domanda da parte delle aziende e contrazione dell’offerta, le retribuzioni aumentano.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti coloro che devono volare per lavoro o per turismo. Cancellazioni, ritardi, bagagli smarriti, mega penali da pagare da parte delle compagnie. Qualcuna aveva persino sostenuto di essere pronta ad andare incontro alle richieste degli schiavi, con la disponibilità a concedere bottigliette d’acqua gratuite ai lavoratori. Pare non sia stato sufficiente per metter fine alle proteste.
Sarà comunque difficile, e costoso, superare i contrasti. Perché l’inflazione reale ed anche quella ufficiale (più bassa) stanno erodendo il potere d’acquisto delle famiglie. Ed i lavoratori hanno bisogno di salari più alti per far fronte alle maggiori spese provocate dalle sanzioni di Biden così entusiasticamente adottate dai maggiordomi europei. È patetica Ursula von der Leyen quando accusa Mosca di utilizzare il gas come arma contro l’Europa, dimenticando che è stata proprio lei, con i maggiordomi di Biden, ad approvare le sanzioni per ridurre l’approvvigionamento di gas russo.
Ora i lavoratori devono pagare le conseguenze di queste politiche ed i chierici di regime si indignano contro chi sciopera per difendere il proprio reddito e la propria famiglia. Lavoratori cattivi che non accettano i “piccoli sacrifici” richiesti dai colleghi europei di Sua Mediocrità. Per fortuna in autunno arriveranno nuove restrizioni per il Covid, così i maggiordomi potranno vietare manifestazioni e proteste.