Anche il ministro per la famiglia, Eugenia Roccella, deve avere gravi problemi con il proprio ufficio stampa. Un handicap per l’intero governo. Ma in questo caso sorge anche il dubbio che la dichiarazione fuori luogo di Roccella non sia un incidente di percorso bensì una considerazione perfettamente in linea con il nuovo pensiero liberista/atlantista. Perché il ministro, di fronte ad una donna che ha partorito regolarmente in ospedale per poi rinunciare al riconoscimento del figlio a causa della povertà assoluta in cui vive, si è limitata a sottolineare che la legge 194 relativa all’aborto favorisce le adozioni.
Dunque una ragazza povera, con compagno che ha perso il lavoro, porta avanti la gravidanza evitando di abortire ed il “governo della famiglia” non pensa minimamente ad offrire un lavoro decente che permetta una vita altrettanto decente. Macché. Si festeggia la possibilità di far adottare il bambino. La madre naturale come semplice fattrice e poi abbandonata alla sua sorte.
Lo stesso principio alla base dell’utero in affitto, tanto contestato dalla destra fluida quando era all’opposizione. Beh, però il cambiamento si vede: ora l’utero è in grazioso omaggio. Perché non bastava il liberismo con la mercificazione del corpo. Ora si arriva all’ultraliberismo che pretende dai poveri la gravidanza per poi assegnare i neonati ai ricchi che, in quanto tali, non devono neppure pagare.
Eppure al ministro, per dire una cosa intelligente ed in linea con le promesse elettorali, sarebbe bastato prendere spunto dall’iniziativa dell’assessore regionale piemontese Maurizio Marrone che ha fatto approvare un finanziamento per aiutare le donne in difficoltà economica che aspettano un bambino. Per aiutarle, non per regalare il figlio ad una coppia ricca.
L’unica speranza è che Roccella non sappia comunicare e che la sua sia stata solo una dichiarazione sbagliata. Ma gli errori del governo cominciano ad essere troppi per scaricare la responsabilità sugli inefficienti uffici stampa.