Arrogante, presuntuoso, provocatorio. Ed irrimediabilmente antipatico. La permanenza a Parigi ha fatto male, molto male, ad Enrico Letta. Un miracolato, tipico esempio di nepotismo all’italiana. Nipote di quel Gianni Letta tenutario di troppi segreti indicibili. Peccato che il ruolo dello zio Gianni sia l’unica qualità che può vantare il nipote Enrico. Giustamente preso per i fondelli dal bugiardissimo Renzi con l’ormai celebre “Enricostaisereno”.

Il Letta bis è tornato, ma non è per nulla sereno. Guida il partito anti italiani, ma lui è così nemico degli italiani che persino alcuni dei suoi compagni del Pd non ne possono più di un segretario che è riuscito a disgustare in un tempo brevissimo.
Un giorno sì e l’altro pure intima a Salvini di andarsene dal governo. Poi è proprio lui, Enricostaisereno, a farsi bacchettare da Sua Divinità Mario Draghi per aver sparato l’ennesima idiozia. Il presidente del consiglio ha detto e ridetto che è il momento di dare soldi agli italiani e non di prenderli. Ed Enricostaisereno che fa? Propone nuove tasse. Perfettamente in linea con il governo di cui il Pd è parte fondamentale, a suo avviso. Peccato che Draghi non lo abbia capito.
Però Enricostaisereno ha delle giustificazioni. È arrivato al vertice del Pd, si è vendicato di Renzi, è quello che conta di più nella nuova maggioranza grazie al servilismo di Conte (mica ci sarà un ricatto per il caso Amara?) e dei pentapoltronati. E quelle carogne dei suoi elettori lo scaricano, con i sondaggi che vedono il Pd in difficoltà, sorpassato anche dalla Meloni che si avvicina a Salvini. Mentre sul territorio le proposte di alleanza strategica tra il Pd ed i 5(mila) poltrone vengono respinte da entrambi gli schieramenti. Quando si dice “avere il polso della situazione”.

Ormai Enricostaisereno è più amato dal centrodestra che dal Pd. Perché Salvini e Meloni si sono accorti che più il presuntuoso Letta parla e più il Pd cala nei sondaggi. In realtà lo ha capito pure l’arrogante segretario del Pd. Terrorizzato all’idea che Mattarella possa andarsene all’inizio del 2022, lasciando il Quirinale a Draghi. In tal caso il governo ammucchiata andrebbe a morire e bisognerebbe andare ad elezioni. Inaccettabile per il Pd ed i 5(mila) poltrone. I sudditi non possono votare, né ora né mai. A meno che i sondaggi cambino.