Tutto va ben, madama la marchesa? Beh, non proprio. Non bastano i tg addomesticati e servili per trasformare una crisi in un periodo di sviluppo. I disastri provocati dai maggiordomi atlantisti di Biden cominciano ad emergere anche dalle relazioni previsionali delle associazioni imprenditoriali. Fabrizio Cellino, presidente dell’Api Torino (l’associazione delle piccole e medie imprese), ha presentato un quadro sconfortante per la prima parte del prossimo anno.
In particolare le PMI prevedono per il prossimo semestre una significativa contrazione di tutti i principali indicatori congiunturali: saldo previsionale Produzione: -6,8; saldo previsionale Ordini: -4,9; saldo previsionale Fatturato: -4,1. È inoltre previsto un aumento della quota di imprese che prevede di ricorrere per il primo semestre 2023 alla Cassa Integrazione (15,6%), in aumento di 4,3 punti percentuali e, parallelamente, le imprese prevedono una sensibile contrazione dei livelli occupazionali.
Una meraviglia, insomma. Ma il governo insiste con le sanzioni contro la Russia, contro l’Iran, in attesa di autopunirci per le tangenti di Qatar e Marocco agli europarlamentari. Paghiamo cifre folli per comprare il gas del padrone statunitense; le imprese perdono competitività; le famiglie riducono i consumi e si impoveriscono. Ma Crosetto gongola: continuiamo a garantire la prosecuzione della guerra con l’invio delle armi. Magari potremmo iniziare a rifornire il Kosovo sperando che scoppi la guerra con la Serbia. Almeno i mercanti di armi avranno un Natale ricco di felicità e speranze.
Peggio per tutti gli altri. Per l’economia non legata agli avvenimenti bellici. Per le famiglie alle prese con l’influenza da affrontare in case tenute al freddo per accontentare gli atlantisti. Per le famiglie alle prese con le prospettive di cassa integrazione e licenziamenti. Tutti felici sotto l’albero di Natale a cantare una canzoncina che inneggia a nonno Biden ed ai mercanti di armi, tanto buoni e tanto preoccupati per il futuro degli italiani.