È arrivata l’estate e alla temperatura che aumenta corrisponde un raffreddamento di interesse, da parte di media e frequentatori di social, per i temi che negli ultimi due anni hanno visto rotture di amicizie, scontri furiosi tra schieramenti, insulti e minacce. Con il caldo gli interessi si spostano sul quotidiano, indirizzati ad arte anche dai media.
La prima notizia che fa discutere riguarda l’aumento dei prezzi di ombrelloni e lettini in spiaggia. Ci informa “il Giornale” che in uno stabilimento balneare nel Salento affittare un gazebo dal 14 al 20 agosto, con due lettini maxi, teli da mare, acqua e aperitivo, costa mille euro al giorno. Il titolare dello stabilimento replica che il prezzo è giustificato dal servizio offerto che prevede anche la presenza, nel gazebo, di un salottino di vimini (e chi ne potrebbe fare a meno su una spiaggia?). Il gestore afferma anche che per quel periodo è già tutto prenotato. Conosco bene la spiaggia in questione per averla assiduamente frequentata molti anni fa, quando era ancora spiaggia libera e la distesa di sabbia era molto profonda tanto che a Ferragosto, con il pieno di ombrelloni e sdraio, rimaneva lo spazio per poter giocare a pallone. Mare con colori splendidi con un solo neo, per me abituato all’Adriatico: distesa d’acqua poco movimentata, quasi una piscina. Insomma un posto in cui la natura si è espressa al meglio….gratis.
Altra polemica che sta appassionando tutti è quella che riguarda la pizza di Briatore. Come noto l’imprenditore ha aperto in via Veneto una pizzeria in cui viene venduta una pizza margherita a 14 euro ma, principalmente, una pizza al pata negra a 63 euro. Briatore non si è limitato a difendere i prezzi imposti nel suo locale, ma contrattacca denigrando la pizza napoletana. Apriti cielo, ai napoletani due cose non puoi toccare: la pizza e Maradona (e sulla pizza sono d’accordo ). Serate di pizza gratis, invettive sui social, Sorbillo, famosa pizzeria in via dei Tribunali a Napoli, lancia anatemi contro Briatore. Quest’ultimo gongola per la pubblicità gratuita. Sicuramente in tanti hanno sentito parlare del “pata negra” per la prima volta in occasione di questa diatriba, per cui potrebbe essere utile sapere di cosa si parla. È un prosciutto proveniente da un maiale di razza iberica, molto apprezzato in Spagna e Portogallo. Ne esistono quattro qualità, di cui la più cara ha un prezzo che varia dai 59 ai 73 euro al Kg.
In entrambe le vicende le critiche maggiori ricadono su chi offre un prodotto a prezzi oggettivamente esagerati. La giustificazione al prezzo deriverebbe dalla qualità del prodotto offerto. Briatore ha parlato di una farina costosissima, ma a questo proposito le facili battute sulla polvere bianca usata sono state tantissime.
Mi chiedo, però se veramente siamo tutti convinti che sia immorale offrire un prodotto a prezzi ritenuti eccessivi. La legge di mercato insegna che il prezzo varia in base al rapporto tra domanda e offerta. Semplificando: se la spiaggia nel Salento rimanesse vuota, il gestore sarebbe costretto a rivedere i suoi prezzi al ribasso. E lo stesso vale per la pizza al pata negra (facendosi due conti, 63 euro non sono assolutamente giustificati). Sarebbe interessante anche verificare chi siano le persone disposte a spendere cifre esorbitanti e cose le spinga a farlo. Viviamo in una società dell’apparire. Già da piccoli i nostri figli “devono” usare la felpa firmata, lo zaino con un certo logo pena essere emarginati, o peggio bullizzati dai loro compagni. E gli stessi genitori ritengono sia giusto distinguersi dicendo di aver frequentato la spiaggia da mille euro al giorno o di aver mangiato il pata negra, che magari non gli è neppure piaciuto.
All’inizio di ogni estate si assiste, in banca, ad un incremento di richieste di prestiti personali per poter pagare la “villeggiatura”. Parliamo di un mondo che in ogni sua manifestazione rappresenta l’esaltazione del vuoto totale che circonda.