Dunque. Nel fiore degli anni, ovvero prossimo al secolo, si è spento, nel generale cordoglio dei Media, Filippo di Edinburgo. Ed è, improvvisamente restato vacante un ruolo estremamente importante a livello internazionale.
Naturalmente non sto parlando di quello di Principe Consorte, al quale penso sinceramente nessuno possa ormai ambire, nonostante la eccezionale vitalità di Queen Elizabeth… Il vuoto incolmabile è invece quello di principale, e nel caso di Filippo principesco, gaffeur della scena internazionale. Perché l’ottimo discendente dei Mountbatten era giustamente celebre da sempre per la sua propensione a dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. Come quando, presentato durante un ricevimento all”Ambasciatore russo, gli disse sorridendo : “mi piacerebbe visitare Mosca, ma voi farabutti avete ammazzato metà della mia famiglia..” alludendo, ovviamente, ai Romanov…
E non si tratta neppure della sua gaffe peggiore. Però gli veniva perdonato tutto. Un po’ perché era simpatico. Molto perché in Gran Bretagna contava come il due di coppe quando la briscola sta a bastoni. E nessuno lo prendeva sul serio….
Ora che è scomparso, però, già è ressa tra i pretendenti al titolo di Principe della Gaffe. Che non hanno certo lo charme del buon Filippo, né il suo sangue blu. Ma che, con le loro improvvise uscite, possono risultare ben più incisivi. E, soprattutto, molto più pericolosi.

Inutile dire che in poll position si trova il Presidente Biden. Con il suo definire pubblicamente il collega russo Putin un killer, ovvero un assassino, ha guadagnato decisamente molti punti. E, visto il ruolo, ha, di fatto, scatenato una crisi diplomatica internazionale. Solo in parte depotenziata dalla risposta di Putin. Che, con molta eleganza, lo da trattato come un vecchio arteriosclerotico, una macchietta che non sa ciò che dice… Il problema è, però, che tale macchietta sarebbe il Commander in Chief della principale potenza mondiale. L’uomo che può scatenare un conflitto di proporzioni inimmaginabili. E che non può essere “non compos mentis”. Kamala Harris sorride felice. Probabilmente sente già aria di TSO…
Nella frenetica rincorsa al ruolo di gaffeur diplomatico, si è, però, ora inserito di prepotenza il nostro Presidente del Consiglio.
Mario Draghi ha infatti colto l’opportunità, nella situazione meno opportuna, per una gaffe di proporzioni considerevoli. L’occasione, una conferenza stampa dove avrebbe dovuto parlare di “riaperture”, sostegni alle imprese “, crisi economica, disoccupazione dilagante. E dimostrare, finalmente, la sua caratura di economista e leader politico. Invece, avendo ormai evidentemente appaltato le decisioni economiche a menti del calibro di Speranza e degli scienziati del Cts – probabilmente laureati per posta ad Addis Abeba – Mario Draghi si è scatenato definendo il Presidente Turco Erdoğan un tiranno. Ed altre gentilezze di tal fatta. Il pretesto è stato naturalmente fornito dal comportamento del Sultano, che si sarebbe seduto comodamente in poltrona a conversare con il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, relegando una signora, Ursula von der Leyen, su un divanetto laterale. Bieco esempio di maschilismo e di fondamentalismo islamico…

Ora, se a dire tali amenità fosse stata Laura Boldrini, poco male. Una scrollata di spalle ed una risata Ma se a dirle è Mario Draghi la cosa cambia. E molto.
Perché intanto è una scemenza che dimostrerebbe un’assoluta ignoranza dei protocolli diplomatici. Rigorosamente concordati prima, in incontri come quello di Ankara. Michel, come capo delegazione della UE, aveva il ruolo paragonabile a quello del Capo di uno Stato estero. E quindi doveva sedere al centro, in posizione paritetica con Erdoğan. La Signora in questione, come Presidente della Commissione, è invece figura in subordine. Equiparata al primo ministro turco. E infatti dovevano entrambi sedere a lato, in posizione subordinata. Avete capito? Nei protocolli diplomatici non ci sono Signore e Signori, ma solo Ruoli. E il maschilismo non c’entra un beneamato tubo.
A questo punto, però, viene da chiedersi se è possibile che un personaggio come Draghi, aduso da sempre alla scena internazionale, non lo sappia. E non abbia, comunque, uno straccio di Consigliere diplomatico in grado di spiegarglielo…
Come è impossibile che non prevedesse la reazione di Ankara, con, rituale, convocazione del nostro Ambasciatore, rimostranze, richiesta di scuse, nonché velate (non troppo) minacce di ritorsioni sul piano economico.
Non mi meraviglia che la cosa abbia lasciato stupefatto il nostro Ministro degli Esteri, probabilmente ora impegnatissimo a cercare la Capitale turca sul Mappamondo del MAE. E non mi sorprende neppure l’entusiastico sostegno a Draghi di Salvini. Anche se qualcuno dovrebbe spiegare al leader della Lega che la Turchia è un partner commerciale piuttosto ragguardevole. E che le nostre industrie, soprattutto lombarde e del Nord Est esportano moltissimo in quelle terre. Magari glielo potrebbero spiegare i suoi elettori veneti e lombardi che si aspettano da lui una politica volta a far ripartire l’economia industriale e a porre fine ad assurdi lockdown. E che di tutto hanno bisogno meno che di sit-in di fronte all’ambasciata turca e di, assurdi, toni da Crociata.
Ma questo, dicevo, non mi meraviglia.
Mi meraviglia invece la gaffe di Draghi. Che non può non sapere di aver fatto un grave danno al nostro export. E di aver, soprattutto, creato una inutile tensione con un importante alleato militare in ambito NATO. Importante, in questo momento, anche per trovare un accordo sulla Libia. La cui stabilità è essenziale per i nostri interessi, come per quelli turchi . Ma, forse, non è altrettanto ben vista in altre capitali del(diciamo) mondo occidentale…
Ah, mi viene a questo punto in mente che, quando ha rilasciato quelle dichiarazioni, Mario Draghi era, appunto, appena rientrato dalla Libia….
1 commento
Condivisibile