L’offensiva antimeloniana si rafforza man mano che Fdi si rafforza nei sondaggi. Adesso è sceso in campo – con calma, lentamente – anche Romano Prodi che si è autoproclamato portavoce dell’Europa intera. E l’Europa che si riconosce in Prodi, in pratica una parte della sua famiglia e poco più, sarebbe preoccupata per una eventuale vittoria del centrodestra italiano qualora venisse concesso di andare al voto. Una preoccupazione che si trasformerebbe in terrore nel caso prevalesse la linea di Meloni.
Dunque la famiglia Prodi sarebbe persino disposta a tollerare che i sudditi italiani votino a destra, a patto che il programma politico lo scriva la sinistra. Prodi, se fosse più attento e vivo, si sarebbe accorto che è ciò che è successo nella maggior parte dei casi in cui la destra italiana è andata a guidare comuni, regioni, la stessa Italia. Dunque non ci sono ragioni per spaventarsi.
In realtà si tratta solo del consueto espediente per criminalizzare gli avversari. In un recente passato si usavano gli avvisi di garanzia o le condanne giudiziarie. Ora che la credibilità dei magistrati è crollata bisogna tornare ai vecchi metodi, utilizzando i media di servizio per creare il pericolo pubblico numero 1. Bisogna creare il mostro da sbattere in prima pagina, su tutte le prime pagine.
Una strategia facile facile, dal momento che Fdi ha rinunciato volutamente a creare una informazione alternativa. Eppure non sarebbe neppure troppo difficile. Invece di sperperare il denaro in inutili convegni, sarebbe sufficiente investire in pubblicità sulle poche testate giornalistiche non ostili. Pattuendo che buona parte degli incassi pubblicitari devono servire ad assumere, con regolare contratto, un giornalista di area che segua la politica in modo diverso rispetto ai media di servizio. Creando, in tal modo, una contro informazione diffusa e, soprattutto, una nuova generazione di giornalisti diversi dagli Scanzi o dai Serra di turno.
Ovviamente sarebbe troppo difficile da far capire al cerchio magico racchiuso all’interno del grande raccordo anulare di Roma.