È iniziato. Almeno dal punto di vista astronomico. Perché, da quello climatico, era già qui da qualche giorno. L’autunno, intendo, ovviamente…
Devo dire che è la mia stagione preferita. Dall’Equinozio al Solstizio. Non è estrema come l’inverno, che pure amo. Né febbrile e inquieta come la primavera. Dell’estate non parlo…mi limito a dire che, in parte, l’autunno mi è tanto gradito proprio perché pone fine al caldo mortifero e sciatto della stagione che lo precede…
Ma l’autunno è, per me, soprattutto colori, sapori…profumi. Un rapporto tra i sensi e il mondo circostante… intenso. Ma che non implica il perdersi nella sensazione fisica, come avviene in estate, quando, in certo qual modo, sei completamente…estroverso . Anzi. Vi è una relazione sottile tra la percezione sensoriale e il mondo interiore. Emozioni e pensieri. Un equilibrio direi…particolare. Forse per questo, dall’equinozio in poi, tutta la stagione è costellata da feste della luce. Una sorta di evocazione. Proprio nel momento in cui le tenebre si allungano. Ed allora i sensi devono affinarsi. Percepire la luminosità attraverso l’oscurità. Sentire il gusto della vita, proprio nel momento in cui tutto, nella natura, sembra decadere. E morire.
I colori dell’autunno sono i più vividi e intensi dell’anno. Primavera ed estate sono caratterizzate prevalentemente dal verde. Ma l’autunno è policromo. Macchie di colori diversi. E toni del verde e del rosso. Il bruciato e il marrone cupo. L’amaranto. Gli arancioni. Tutte le sfumature del giallo. Dall’ocra intenso al pallore quasi biancastro. E l’oro. In natura si scatena una sorta di invisibile maestro impressionista. Monet e gli altri hanno imparato da Lui. Il Grande Esteta, lo definisce Pound.
Provate ad andare in un bosco, in questa stagione. Meglio ancora, fate una passeggiata sul Carso. Uno spettacolo…abbacinante. Lo sguardo si perde in un trionfo di macchie di colori. Le forme si dissolvono in un qualcosa di…metafisico. Come apparizioni
E lì comprendi alcuni quadri di Segantini. Quelle epifanie di luce/ colore che si fanno apparizioni femminili. E angeliche.
L’autunno è anche sapori. E, prima ancora, profumi. Profumi che evocano memorie. Ricordi. Pensieri ed emozioni.
È, innanzitutto, il profumo dolce delle foglie cadute al suolo. Che si decompongono. E divengono cenere. Una dolcezza insinuante, sempre più intensa. D’Annunzio, che sapeva come pochi altri sentire la Natura, parla di pèsche mèzze, di miele guasto… Anche se lì, “Nella billetta”, è estate ancora…
Ed è, l’autunno, odore intenso di muschio bagnato, e di corteccia di alberi. È l’asprigno delle nespole e dei mirtilli rossi. Il dulcore avvolgente, e allappante, dei cachi… Un trionfo di oro arancio sui rami carichi. Quasi un presagio delle Feste del Sole che si stanno approssimando. E poi, la zucca, le castagne, la frutta secca…
Ragazzi, ad autunno si andava, la sera, nella piazza centrale. Che ha mutato, con il tempo e le fortune della storia, molti nomi. Ma che, per noi, era, semplicemente La Piazza.
La stagione veniva annunciata dalla presenza del caldarrostaio. All’angolo del Duomo. Una figura da presepe, con la grande padella di ferro arroventata su un fuoco vivace, dove saltavano, scoppiettanti, le castagne. Il profumo, dolce bruciato, ci coglieva quasi di sorpresa. Poi il sapore. In un cartoccio a cono, di carta gialla. E insieme, semi di zucca salati, carrubbe, bagigi…
San Michele apriva l’autunno. Ed era anche il Santo Patrono. La Piazza e la, limitrofa, via del Mercato, si riempivano di bancarelle. Ed era un profumo di zucchero, declinato in molti modi. Zucchero filato, per i più piccoli. Ciambelle appena fritte in capaci pentoloni ribollenti d’olio. E poi i croccanti. Mandorle, nocciole, noccioline caramellate sul momento. Su delle piastre roventi… e lavorate, rapidamente, con spatole di metallo…
Qui, dove vivo ora, l’autunno è già iniziato. E abbiamo avuto albe così fredde come non le avvertivo da molti anni. Però, oggi, vi è un bel sole. E il cielo, terso, si è fatto di intenso azzurro. Dicono che prima di sera, comunque, tornerà la pioggia. E le temperature scenderanno.
Però mi sento bene. È un clima che corrobora. Mi mette di buon umore.
Mi è venuta voglia di qualcosa di…dolce. Ma non un dolce comune. Forse uno strudel. Forse….un bel risotto di zucca. Mette allegria anche solo con il suo colore…