Dal nostro corrispondente a Mosca
Pienamente confermate le anticipazioni che avevamo pubblicato ieri. Putin e il ministro della Difesa Shoigu hanno annunciato la mobilitazione. Non quella generale ma solo quella dei riservisti. Circa 300mila uomini ma non tutti saranno impegnati nella guerra in Ucraina. Come specifica Agcnews i riservisti sono divisi in tre gruppi e solo coloro che hanno già avuto esperienze belliche saranno inviati subito al fronte. Non per combattere, bensì per controllare le aree già conquistate. Liberando, in questo modo, i soldati impegnati nei combattimenti.
Un secondo gruppo di riservisti sarà invece impegnato in esercitazioni mentre il terzo gruppo dovrà soltanto essere pronto ad una eventuale convocazione per le esercitazioni qualora il secondo gruppo dovesse essere impegnato sul campo.
Putin ha anche sostenuto le iniziative delle repubbliche popolari di indire dei referendum per l’annessione alla Russia. Si inizierà subito. E anche se gli atlantisti hanno annunciato che non riconosceranno il voto per l’autodeterminazione (d’altronde non hanno riconosciuto neppure quello in Catalogna), l’ingresso delle repubbliche nella Federazione Russa avrà conseguenze sostanziali. Putin ha infatti minacciato di ricorrere alle armi nucleari qualora venisse minacciata la sovranità nazionale. Ma della nazione russa fa parte anche la Crimea e, in prospettiva, anche i territori delle repubbliche che entreranno nella Federazione.
Confermate anche le anticipazioni sulle misure antiterrorismo. Richieste, tra l’altro, anche da vari partiti politici.
Dunque il livello dello scontro si alza. Ed a Mosca continua a circolare la voce di una possibile, ed imminente, dichiarazione di guerra formale all’Ucraina. Trasformando l’Operazione Speciale in qualcosa di molto diverso, e molto più pericoloso a livello globale.