Le fonti di radiazione naturali generalmente non sono abbastanza potenti da provocare malattie da radiazioni, che spesso si presentano per cause umane. Ad esempio un incidente nucleare, un’esposizione a una fonte radioattiva o un’esplosione atomica.
Diversi tipi di danni dalle radiazioni
I danni che una radiazione ionizzante può provocare ai tessuti biologici sono di vario tipo e vengono suddivisi in:
- Danni somatici deterministici: degenerazione dei tessuti di un organismo vivente a causa di una sovraesposizione a radiazioni ionizzanti.
- Danni somatici probabilistici: sono le probabilità che esse possano provocare forme di leucemie e i tumori solidi, a causa di una sovraesposizione a radiazioni ionizzanti. Il fatto che siano somatici implica che non vengano coinvolti i gameti. Pertanto il danno non può essere ereditario.
- Danni genetici stocastici: sono danni di natura genetica e casuali, non deterministici sull’individuo esposto. Essi sono complicazioni dovute all’esposizione a radiazioni ionizzanti. Il materiale genetico delle cellule riproduttive può subire modificazioni nei geni e nei cromosomi.

La sindrome acuta da radiazioni
Una delle più comuni malattie da radiazioni è la sindrome acuta da radiazioni. A seconda della sensibilità, i sistemi biologici reagiscono e successivamente le cellule funzionanti non sono più disponibili.
Gli effetti di questo sistema si verificano tra l’evento dell’irradiazione e l’insorgenza dei primi sintomi. Essi includono nausea, vertigini o febbre e sono tanto più pronunciati quanto più alta era la dose radioattiva. Una dose elevata determina anche intervalli di tempo più brevi tra l’irradiazione, i sintomi e gli effetti reali.
A seconda del livello della dose, si verificano sintomi specifici per i tessuti:
- Tessuto ematopoietico: gli effetti si manifestano innanzitutto nel sistema ematopoietico. Le cellule del sistema circolatorio non vengono più sostituite, poiché non c’è rigenerazione. Questo provoca anemia, infezioni od emorragie. Se l’assistenza medica è tempestiva, tuttavia, c’è ancora un’alta probabilità di sopravvivenza.
- Tessuto gastrointestinale: se l’esposizione alla dose continua ad aumentare, l’apparato digerente reagisce conseguentemente alle radiazioni. Le conseguenze variano da diarrea, febbre e crampi generali fino allo shock. Anche se le misure mediche vengono prese tempestivamente, la prognosi è sfavorevole.
- Tessuto cerebrale: A dosi molto alte, anche il sistema nervoso centrale viene danneggiato. In questo caso solo le cure palliative possono intervenire per alleviare i sintomi e il dolore. Una cura non è possibile.

Il “Piede d’elefante”: letale per le malattie da radiazioni
Questa è la cosa che è stata definita tra le più letali e terrificanti di tutti i tempi.
È il “piede d’elefante“, così definito per via della superficie rugosa come quella di un elefante ed è costituito dal Corium. Si tratta di un insieme di uranio, diossido di silicio, cesio, plutonio, grafite, cemento e sabbia che si sono fusi insieme durante il disastro della centrale nucleare di Chernobyl.
Il Corium, una volta raffreddato e solidificatosi nel seminterrato del reattore, è stato uno degli oggetti più letali al mondo. Secondo una stima bastavano 30 secondi per avere vertigini e malessere per una settimana, due minuti per creare danni alle cellule, quattro per causare vomito, febbre e diarrea e cinque minuti per avere solo due giorni di vita.
Nel corso del tempo ha via via perso radioattività tanto che a 10 anni dall’incidente, nel 1996, pare emettesse appena il 10% delle radiazioni rispetto all’inizio. Che erano comunque più che sufficienti a causare gravi malattie ad un uomo se esposto per qualche minuto.