Il capitalismo ha stravolto i parametri del mercato e, con essi, la stessa mentalità che sosteneva l’idea di impresa e di azienda.
Contro un paternalismo che vedeva il nome del proprietario in termini di responsabilità, di dignità e di reputazione, l’operazione del capitale – e il comunismo suo complice – hanno contribuito ad un duplice risultato catastrofico: il primo ha ridotto l’azienda ad una semplice aggregazione tra soci, escludendo gli operatori da qualsivoglia consultazione e decisione con la possibilità di svenderla al miglior offerente; il secondo ha accusato commercianti, imprenditori e liberi professionisti come sospetti ladri ed evasori, relegando intere categorie nel dubbio dell’arricchimento illecito e dello sfruttamento disonesto.
C’è chi ha rifiutato questa doppia perversione e ha fatto della famiglia un’impresa e del marchio un segno di attrazione per l’economia locale e il territorio di appartenenza.
È il caso dei Maritani che riuniscono le generazioni all’insegna della qualità e del cambiamento. Loro non si sono fermati alla gestione quotidiana del negozio alimentare, ma si sono impegnati nella creazione di un marchio di riferimento, con dedizione, professionalità, tenacia e sentimento. La cura del prodotto e della presentazione è estrema, come altrettanto accurata e scrupolosa è la modalità di approccio con la clientela.
Loro si sono assunti tutti i rischi di impresa, compresi gli investimenti nella preparazione individuale e nella gestione del personale: studio, applicazione ed esercitazioni.
Ma c’è un particolare che deve essere messo in evidenza: il legame del gruppo, la creazione del sensi di appartenenza.
Chi frequenta l’ambiente e parla con gli addetti sa, comprende, vede concretamente che i rapporti vanno ben oltre ai semplici e dovuti obblighi contrattuali, per sconfinare in relazioni che sanno di affetto, di condivisione, di partecipazione ad un disegno che è più e altro rispetto al rigido protocollo commerciale.
Si potrebbe parlare di una mentalità da socializzazione, dove il legame di comunità ha sostituito il contratto societario, e la banale procedura del mansionario si è trasformata in un vissuto condiviso di progetto.
Niente piagnistei, né suppliche di sussidi e neppur elemosina di sostegni, ma orgoglio di appartenenza e volontà comune di costruzione.
Se passate da Monfalcone non rinunciate ad una sosta di dolcezza: Caffe Carducci o Caffè Municipio. Come nelle migliori tradizioni italiche: dite che vi mando io!