Tra tifosi e appassionati un’unica domanda riecheggia nell’aria: quando riapriranno gli stadi? Sicuramente si tratta di un evento molto atteso, ma che ad oggi non ha ancora una risposta chiara e unanime. Il CTS ha più volte espresso i propri dubbi in merito alla riapertura degli stadi, e non solo. Vediamo quali sono le ipotesi più accreditate circa i possibili spiragli di apertura.
L’incontro con il CTS e le prime ipotesi
La stagione calcistica è approdata nel clou, ma in Italia non è stata tracciata una mappa di come sarà possibile muoversi nel caso di riaperture. Le ultime notizie provengono da febbraio, quando alcuni rappresentanti del mondo calcistico hanno incontrato l’allora coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Miozzo. Un comitato che è stato stravolto e che si è visto cambiare completamente volto dal governo Draghi. L’idea di fondo condivisa approderebbe a una possibile riapertura degli stadi in primavera.
Gli stadi riapriranno in Italia?
Durante l’incontro di febbraio sarebbero emerse alcune teorie circa la possibilità di accogliere i tifosi all’interno degli stadi. La prima ipotesi più accreditata prevedeva l’eventualità di consentire l’ingresso a 1.000 spettatori a partita. Una decisione già annunciata e tenuta in considerazione, prima che il governo Conte si trovasse a fronteggiare l’avanzata della terza ondata. Ma la teoria sembra ad oggi naufragata e dimenticata.
Da quanto emerso nella riunione, inoltre, si sarebbe discusso anche dell’Europeo di giugno. Evento ospitato dallo stadio Olimpico, nel quale si terranno quattro incontri tra cui la partita inaugurale. Lo stadio romano potrà riaprire con una capienza massima pari al 30%, una capienza inferiore alle percentuali contemplate dalle linee guida dell’Uefa. Ceferin, il presidente dell’ Uefa, era stato chiaro: gli stadi vuoti sono fuori discussione.
Mentre sembra svanire la possibilità di una riaperura primaverile, almeno per ora, a causa di una campagna vaccinale a rilento. Campagna sostenuta dallo stesso Gravina, il presidente della FIGC, che in un’intervista al Corriere della Sera avrebbe dichiarato la sua disponibilità a trasformare gli stadi in hub vaccinali. “La priorità in questo momento è correre sul piano vaccinale” spiega a Radio Kiss Kiss il sottosegretario al ministero della salute, Andrea Costa “ciò vorrebbe dire tornare alla vita normale, e dunque poter tornare dentro gli stadi”.
Decisiva un questo senso sarà la finale di Coppa Italia prevista per il 19 di maggio, in cui si testerà la tenuta del sistema in vista dell’Europeo. Insomma, mentre i tifosi sperano di ritornare allo stadio, il governo non ha saputo ancora dare una risposta alle loro richieste.
La situazione europea degli stadi
Se in Italia manca una risposta certa, in Europa sembra che le idee circa le riaperture siano più chiare. Il Regno Unito di Boris Johnson ha presentato un piano dettagliatissimo per far tornare i tifosi a vedere le partite dal vivo. Il governo britannico prevede di poter far accedere 10.000 appassionati dal 17 maggio. Dal 21 giugno invece, data in cui si prevede abbia inizio la quarta fase, si tornerà a una certa normalità.
Per quanto riguarda l’Olanda, il 27 marzo i tifosi potranno seguire la partita contro la nazionale lettone allo stadio. Quello dell’Olanda è un esperimento che consentirà l’accesso agli spalti a 5000 persone, su 55.000 posti omologati. I tifosi ammessi allo stadio dovranno rispettare alcune regole, in primis la negatività a un test rapido per il Coronavirus, da effettuare prima di accedere allo stadio. Se il test confermerà la negatività, dovranno registrarsi a un’apposita app che fornirà loro un QR-Code abbinato col biglietto e che permetterà l’accesso.
La Spagna prevede di riaprire al pubblico gli stadi a partire dal 3 aprile. Data della finale della Copa del Rey tra Atletico Bilbao e Real Sociedad. Un’affluenza comunque limitata al 25%, ma che, in caso di successo dell’evento, consentirà la possibile riapertura dei cancelli per altri incontri di campionato.
Meno fortunata la Germania, Stato in cui Angela Merkel ha imposto un nuovo lockdown generale fino al 18 aprile. Stessa sorte per la Francia, che ha dichiarato la chiusura degli stadi per tutta la durata della stagione. Notizie più positive provengono da Russia e Ucraina, le prime in Europa ad aver riaperto al pubblico.
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