Njadyr Helgrindr, ricercatrice, studiosa di discipline esoteriche, in particolare numerologia sacra, alchimia, cabala ermetica e Membro del Consiglio Direttivo di A.I.R., Accademia Italiana Runologi, nel suo primo saggio “I Tarocchi come Via Iniziatica. L’Opera del Carro, dall’Opus alchemica alla Merkavah” (€uro 26,00 p. 320) pubblicato da PSICHE 2, ha fornito una chiave di lettura dei Tarocchi, fondata sull’intersecazione di scienza ed esoterismo.
La studiosa, infatti, specifica che l’esoterismo nasce con il fine di scoprire l’origine dell’uomo e i misteri della sua creazione. Essendo una scienza si basa sullo studio delle leggi che regolano i misteri dell’Universo e della Natura. Di conseguenza, questo tema va affrontato con un approccio scientifico. Helgrindr prosegue precisando come i grandi teologi e filosofi del passato, anche se con un linguaggio allegorico e non tecnico, poiché molte scoperte scientifiche sono state fatte a iniziare dal XIX secolo, avevano cercato di raccontare le stesse leggi che nell’età contemporanea sono presenti nella fisica classica, quantistica, nella chimica e nella più moderna teoria delle stringhe.
Gli antichi studiosi, mediante la gnosi, anticiparono molte recenti scoperte scientifiche e ne consegue che scopo dell’esoterista moderno sia quello di trovare il raccordo tra il loro linguaggio desueto e quello contemporaneo. L’autrice nella sua prospettiva analitica si ricollega a quella rinascimentale, in cui non vi era separazione tra esoterismo e scienza: più precisamente la magia rinascimentale è tuttora la base dei postulati della ricerca esoterica.
Nel Rinascimento, infatti, furono tradotte in latino opere fondamentali come il “Corpus Hermeticum” o i testi di Platone, che diffusero principi e teorie che si riveleranno ancora valide dopo le scoperte riguardanti l’elettromagnetismo e i moti vibranti. Nel saggio è chiarita la base matematica individuabile all’interno dei Tarocchi, partendo da Pitagora per cui il numero è l’elemento presente in tutte le cose, se si analizza non quantitativamente ma qualitativamente, considerandolo come la cristallizzazione di energie primordiali, ad ogni numero si potranno dare delle valenze esoteriche che riportano non solo alla creazione dell’Universo ma anche alla nascita della coscienza e alla formazione del corpo occulto dell’uomo. L’intreccio di tali valenze esoteriche con le immagini archetipiche dei Tarocchi e il numero dell’Arcano fa emergere un caleidoscopio di colori in grado di tracciare ogni cosa nota e non nota, visibile e invisibile.
L’autrice specifica che questa base matematica riporta alla visione dell’Universo come energia che vibra in maniera differente a seconda della frequenza d’onda e che può essere espresso tramite numero. il saggio, inoltre può essere inteso come uno strumento per aiutare le persone a conoscere se stesse, l’autrice nel testo tratta dei fondamenti dell’esoterismo e utilizza le note immagini dei Tarocchi per spiegare concetti filosofici astratti e assolutamente non immediati. Il fondamento dell’esoterismo, infatti, deriva dal termine greco “esoterikòs” ossia interiore che riporta al “Nosce te ipsum” del tempio di Apollo di Delfi, conosci te stesso che va interpretato, oltre il mero significato psicologico, nel senso di conoscere e imparare a interagire con i vari stati energetici di cui gli esseri umani sono composti. Tenendo conto del fatto che questi stati si muovono in dimensioni “altre”, un lavoro esoterico approfondito non può prescindere da un lavoro occulto che permetta di varcare i confini del mondo conoscibile. In questo senso, la complementarietà nel saggio di alchimia, magia, cabala ermetica e psicologia, può essere considerata la chiave per fornire una visione organica, integrale e articolata del percorso che conduce alla conoscenza di sé. L’analisi simbolica di queste filosofie e dottrine, sottolinea l’autrice, una volta svelata e riportata a un comune denominatore, svela le leggi alla base del Tutto e le conseguenti Tappe per raggiungerlo.
Il Tarocco, prosegue l’autrice, può essere visto come un libro che racconta sia della creazione dell’Universo (conoscibile e non) sia del percorso che ognuno dovrebbe compiere per ritornare alla propria vera essenza. Questo libro, quindi, ripercorre le fasi alchemiche e offre un aiuto pratico per viverle oltre la mera analisi accademica. Le 78 lame, precisa l’autrice, se opportunamente considerate, vanno a disegnare l’albero della vita cabalistico, che va inteso come un “sistema simbolico di riferimento” che, oltre ad accompagnare in astrazioni che aiutano ad ampliare il normale stato di coscienza, aiuta a non smarrirsi durante la Via.
L’autrice spiega poi come la pluralità di linguaggi presente nel libro, indichi la direzione verso una Verità Originale, che può essere individuata anche nelle immagini archetipiche dei Tarocchi. Queste immagini archetipiche compaiono nel periodo rinascimentale in cui l’arte della memoria e dunque le immagini, si rivestono di gnosi e di magia. Infatti, se si osservano le foto delle lame dorate dei Visconti Sforza, oltre a essere grandi oltre la media delle comuni carte da gioco, si nota un punto in cui probabilmente fu inserito un chiodo affinché potessero essere appese.
La meditazione sui Tarocchi dunque, più che la predizione del futuro, sembrava essere il vero anche se non l’unico scopo. Di conseguenza, si è di fronte a immagini che se contemplate nel giusto modo, possono aprire una finestra sul mondo invisibile proprio perché rappresentanti gli archetipi, ossia le energie primordiali da cui tutto è nato. In merito alla magia, per l’autrice è l’Arte di riscoprire i Misteri dell’Uomo nonché la facoltà e capacità di utilizzare un Pensiero cristallizzato, energia fissata grazie d una Volontà forte e allenata, così da poter compiere miracoli.
Il saggio di Njadyr Helgrindr si distingue sicuramente per il rigore scientifico, la profondità delle analisi e la solidità dei testi e documenti che le supportano. Valore aggiunto del libro è essere uno strumento di difesa contro le manipolazioni di falsi maestri, ciarlatani, pseudo maghi.