L’importante è l’informazione corretta, precisa, puntuale. Soprattutto quando si affrontano temi delicati come quelli relativi alle vicende afghane. Peccato che, invece, ogni informazione ufficiale serva solo ad accrescere i dubbi. Non è neppure il caso di perder tempo con le menzogne clamorose di Saviano, unico al mondo a fingere di credere che le coltivazioni di papavero da oppio si fossero ridotte durante l’occupazione americana (sono aumentate a dismisura). Ma è sull’operazione di ritiro che le assurdità si moltiplicano ogni giorno.
Dunque, secondo i media di servizio dei vari Paesi, i vari governi stanno facendo arrivare in Occidente i collaboratori afghani. Cosa buona e giusta, certo. Ma non si capisce come abbiano fatto a sbarcare in Europa (dalla Francia alla Gran Bretagna ed alla Germania) dei sospetti terroristi, posti subito sotto controllo. Facevano parte dei collaboratori? Oppure gli aerei stanno imbarcando tutti a casaccio?
Per quanto riguarda l’Italia, si spiegano le difficoltà di trasferire i collaboratori con i problemi di farli arrivare dalla base di Herat sino all’aeroporto di Kabul. Un problema che vale anche per gli inglesi. Ma considerando che i militari italiani si erano già ritirati da settimane, perché i collaboratori afghani hanno aspettato che i talebani occupassero l’intero Paese prima di partire alla volta di Kabul? Il ponte aereo non poteva iniziare al momento del ritiro senza affannarsi negli ultimi giorni?
È poi evidente che la qualifica di “collaboratori” viene utilizzata per chiunque cerchi di fuggire dall’Afghanistan. Ed è tra questi finti collaboratori che si annidano i potenziali terroristi. Molto potenziali e poco terroristi, in realtà. Perché i talebani non hanno alcun interesse ad esasperare la situazione. Hanno vinto sul campo, hanno umiliato gli atlantisti, hanno rivoluzionato la geopolitica non solo della zona, hanno ancora da risolvere la questione dei ribelli del Panshir.
Dunque hanno bisogno di tempo e di tranquillità per arrivare ad avere un ruolo nell’intreccio di rapporti tra Cina, Russia, Pakistan, Iran, Turchia. Senza dimenticare l’India e le repubbliche ex sovietiche. Con, in più, le inevitabili tensioni interne. Non è il tempo, per loro, di fomentare il terrorismo. Che, al contrario, può essere utilizzato dai gruppi islamisti concorrenti proprio per danneggiare i talebani. Ma questi terroristi possono continuare a sbarcare a Lampedusa e sulle coste siciliane, nell’indifferenza di Lamorgese e con la complicità degli schiavisti. Senza correre rischi passando da Kabul.